REX HOBART & THE MISERY BOYS (Forever Always Ends)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  07/01/2004
    

Belle notizie sul lato country quello alternative dal Missouri, Kansas City per l'esattezza, con Rex Hobart e i suoi fidi Misery Boys che lontani dal Nashville sound calcano il suono a base di Honky tonk. Forever Always Ends è il loro disco di esordio, prodotto da Lou Whitney (Robbie Fulks, per capire l'importanza e la qualità), è una miscela di folk come il Buck Owens dei primi anni'60 con degni attacchi di pedal steel e chitarre elettriche, a corollario di liriche mai banali.
Si parte con I always cry at weddings, un country bello pimpante con chitarre al vento e una pausa che lascia all'armonica una leggera vena bluesy, passando a rivangare il tradizionale nella successiva I'll never sleep it off valzerone dolce e riuscito. L'andatura delle canzoni è rilassante, tranquilla e si ascolta volentieri perchè è musica intensa: Happy birthday broken heart più lenta o Between rock and heartache con l'honky tonk che va dritto a segno.
Certo la voce di Hobart non lascia dubbi con la straziante Mother of a member of the band con tanto di armonica a sancirne la bellezza: una lenta bar room song davvero affascinante. A chiudere un disco positivo per una band da tenere d'occhio in futuro, Nothin' but nothin', in puro bakersfield sound, la bluegrass Wait outside (will i change) e le chitarre di Losing combination.