HIGH AND LONESOME (Alackaday)
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  Recensione del  07/11/2004
    

Questo è l'album di debutto di un grande quintetto di Iowa City chiamato High and Lonesome. Prodotto da Bo Ramsey, Alackaday è una vera rivelazione: ascoltandolo vengono in mente band come i Rolling Stones o The Band, ma colpiscono per la loro originalità e freschezza. Un superbo album di debutto, potente, da un gruppo che aveva solo vinto precedentemente la Battle of the Bands del 1993, che qui trova il suono perfetto grazie alla qualità della produzione. La band vede oltre a Bo Ramsey, il singer & songwriter David Zollo, Darren Matthews e Ruairi Fennessy alle chitarre: 11 i brani, caratterizzati da liriche piene di melodie che oscillano tra un country-rock e uno splendido rhythm and blues alla maniera dei Black Crowes, come suggella l'inflessione della voce molto gutturale di Zollo a rendere le canzoni davvero trascinanti.
Si parte con la spedita Love like Rain, ma è con la successiva e splendida Fifteen Dollars che si viene folgorati all'ascolto, dove le chitarre e la melodia non ti lasciano per un istante, è un piano ne tesse il finale in un crescendo musicale di una bellezza unica. Le chitarre acustiche appena accennate iniziano a dipingere Lonesome Childhood, altra canzone di qualità dotata di una freschezza e immediatezza invidiabile che cresce via via con il piano, batteria e la voce di Zollo a renderla avvincente.
Si resta sempre a livelli nettamente alti per un esordio da un gruppo sconosciuto: tra trascinanti rhythm & blues (Shake it my face), country song d'effetto (Rescue Me), a malinconiche ballate (Goodbye, goodbye), alla conclusiva Shining Softly, che chiude nel modo migliore un'esordio coi fiocchi. Un piccolo gioiellino assolutamente da ascoltare.