GREAT DIVIDE (Afterglow: The Will Rogers Sessions)
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  Recensione del  05/11/2005
    

Texani nel sangue ma originari dell'Oklahoma, i Great Divide si sono messi in evidenza con il debutto del 1993 Goin' for the Broke e il successivo Break in the Storm, lavori indipendenti che li hanno portati alla notorietà e a firmare successivamente per l'Atlantic records con cui hanno realizzato il loro terzo album, Revolutions, disco transitorio che li ha portati fuori strada e con poco riscontro di pubblico.
Eccoli di nuovo a solcare le scene con questo ultimo lavoro per la indipendente Broken Bow Records, chiamato Afterglow: The Will Rogers Sessionse datato 2000 e registrato al vecchio teatro Will Rogers ad Oklahoma City e bisogna dirlo: rientrano decisamente in carreggiata come annuncia la loro copertina con un cielo minaccioso che non fa più paura. La loro natura country, alla texana, è sempre viva, mischiata con dosi di rock e roll e con il leader Mike McClure molto migliorato sia come compositore che nelle tonalità vocali, a rendere grazia a canzoni come l'iniziale Days go molto incisiva e introspettiva.
Le chitarre acustiche e il ritmo di Straight off into you fanno sì che queste premesse si avverino in una canzone che è un autentica ballata roots che solo in texas sanno scrivere, un gioiellino. Da segnalare alle altre la lenta e soft Wildflower che dopo una pausa si apre alla wild version, fatta di chitarre e batteria o alla bella Hang on Cowboy che starebbe bene su un disco di Charlie Robison e jack Ingram. Un piacevole ritorno.