Alejandro Escovedo nato a San Antonio, in Texas, ma cresciuto a Los Angeles ha iniziato però a San Francisco nei
Nuns, gruppo storico del primo punk californiano, per i quali scrisse due capolavori della levatura di
Decadent Jew e
Suicide Child.
Poi scoprì la vena country & western con i
Rank and File, che con
Sundown del 1982 furono fra gli iniziatori del cow-punk a cui Escovedo dedicò una delle ballate più originali del movimento. Nell'86 l'esordio con i
True Believers e si ricorda con piacere
Hard Road con
The rain won't help you e
Ring the bells che meritano un cenno. Certo le vicissitudini familiari (il suicidio della moglie) e le disavventure professionali acuite in quegli anni diedero alla luce
Gravity fatto di rock autobiografico e poi questo
Thirteen Years del 1993. Tra ritmi tex-mex (
Ballad of the sun and the Moon), a ballate rock che lasciano il segno
Way it goes, a ritmi jazz (
Helpless) e con la virilità di
Losing your Touch e il violino di Susan Voelz ad impreziosire i momenti più delicati, come in
She towers above e
Thirteen Years.
Un disco intermedio, tra alti e bassi.