Il seguito del celebre
Guitartown un disco che ha lasciato una scia indelebile negli anni '80, pieno di belle canzoni che sono restate in vetta nelle chart americane per tanto tempo: come dimenticare
Hillbilly Highway o
Someday o
Goodbye's All We Got Left, tanto per citarne alcune, una capolavoro. Ma ecco a ruota questo
Exit O che nei suoi 38 minuti non fa altro che ribadire tutto il bene che a questo rocker di san Antonio vogliamo: continua a spingere sull'acceleratore con il suo modello di country music e con il rock pieno di melodia che tanto ci piace ascoltare.
Una copertina che ci invita a svoltare nella sua direzione, a seguirlo per ascoltare insieme ai suoi fedelissimi Dukes nella bella e trascinante iniziale
Nowhere Road, dove il country alla sua maniera vien fuori nel modo migliore. Restiamo su questa strada con la successiva
Sweet Little '66, un valzerone country-rock o come la delicata
No. 29 con la chitarra acustica e un piano a dipingere l'animo più tranquillo e romantico di Steve.
Una splendida armonica accompagna la roots song
Angry Young Man ed il brano è una ballata rock dalla melodia trascinante e non si può certo starsene fermi e zitti. Omaggio alla sua terra con la springsteniana
San Antonio Girl seguita da
The rain came down altra solare e limpida rock song piena di fascino. Senza un attimo di tregua eccolo continuare a stazionare nei piani alti del piacere con
I ain't ever satisfied e con
The week of living dangerously e la melodia ti colpisce non solo quando Steve canta il ritornello.
Non siamo ai livelli dell'album precedente ma è un degno seguito per un dei migliori songwriter che il texas ha sfornato negli ultimi decenni, per chi ama
Steve Earle un disco da tenere assolutamente a portata di mano…