DISCIPLES OF AGRICULTURE (This Same Fate)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  01/11/2004
    

Prodotto dal sempre attivo Eric "Roscoe" Ambel, i Disciples of Agriculture sono una bella sorpresa nel movimento rootsy americano, da Albany (New York) per l'esattezza. Il suono grezzo e rude della band restituisce ricordi che viaggiano verso gli Scorchers o gli Stones. Un sound che a volte viaggia verso il cow-punk che difficilmente vi lascierà immobili. Acclamati come una manna dal cielo nel movimento No Depression, il leader-singer&songwriter Dan Finn scrive con Buck Owens in mente e lo Springsteen di Nebraska nel cuore, riuscendo a trasmettere un'energia degna del successo che poi gli è arrivato addosso.
Il primo brano va dritto al bersaglio, In my town è una guitar rock song con quel fascino sudista e l'alternative country che vien fuori dalla batteria trascinante in sottofondo, attutita solo quando deve dare spazio alle chitarre roboanti del refrain. Si prosegue su questa linea con Girl up the road in cui risaltano specialmente nel ritornello, la bella voce roca di Finn e gli assoli lunghi di chitarre che hanno poco di Depression...
Irrompe l'armonica nella country-rock Other Side ma si ritorna subito dopo a picchiare sulla batteria con energia nella trascinante Dumb shitkicker o in Didn't we, didn't you sempre marcatamente lontano dal country ma vicina al rock più sudista, dove le chitarre strascicano di brutto e la voce di Finn è sempre più roca e a tratti non può far altro che urlare nel microfono.
Certo a completare questo bel disco non possono mancare ballate countryggianti ma sempre degne di un suono corale come in Do or Die o in Shavertown. Un disco che vale la pena ascoltare, fatto di musica sana e mai banale.