SATCHEL’S PAWN SHOP (Satchel’s Pawn Shop)
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  Recensione del  26/02/2004
    

Ci sono svariate ragioni nella musica dei Satchel's Pawn Shop che li rendono immediatamente simpatici, buoni ultimi gli improbabili titoli affibbiati ad alcune loro canzoni: Bloody Mary Girl, Last Sigarette, I Hate Hollywood e soprattutto Cool Like Robert Mitchum sembrano delineare un quadro preciso dell'ironia e della scanzonata verve rock'n'roll di questo quintetto originario di Louisville, Kentucky, cuore di quella provincia americana, più di tutto in termini musicali, fatta di small town e piatta quotidianità.
Il dispiegamento sul campo di un vero e proprio arsenale chitarristico, nelle mani di Ian Thomas, Dave Porter e Dave Nofsinger e l'aggiunta di un misurato contorno (in gran parte rappresentato dall'utilizzo del piano) ricordano gli albori di quell'irriverente attitudine verso le radici che aveva come protagonisti autentici fuorilegge quali Jason & The Scorchers e Blasters: i Satchel's Pawn Shop prendono a prestito qualche melodia country&western ed honky-tonk, rincarando peròla dose su accenti smaccatamente rock'n'roll, tanto è vero che chiunque abbia voglia di proporre nel 2002 una cover di Happy (a firma Keith Richards, da quella pietra miliare che resta Exile On Main Street) può godere di ampi e meritati favori. Nello specifico la resa del brano è più che dignitosa, se non altro perché riesce a coglierne l'aspetto più godereccio: ed è questo in fondo il clima generale che suscitano le canzoni dei Satchel's Pawn Shop, un roots-rock quanto mai ruspante, energico country-rock operaio, che non si sogna minimamente di cercare abbellimenti e rifiniture di sorta.
Archiviata la questione cover d'autore con Mozambique (Bob Dylan), purtroppo un paio di spanne sotto la citata Happy, l'anima del disco risiede stabilmente in quello spavaldo intruglio di chitarre modellate sull'asse Chuck Berry-StonesBlasters che impazzano in lungo e in largo, facendo bella mostra di se in King of Monticello, Short Jump Down e I Hate Hollywood. Baby Said e Neon Redneck abbassano la guardia e cavalcano terreni assai più country che rock, ma il twangin' incalzante e la spavalderia da autentica barroom band (valgano ad esempio Longneck e Last Sigarette) sono il loro autentico marchio di fabbrica. Ricordano non poco campioni del genere quali i Bottlerockets, senza tuttavia possederne la stessa esperienza: d'altronde di fuoriclasse, anche nel vasto mondo roots, non ne nascono tutti i giorni e ai Satchel's Pawn Shop occorrerebbero canzoni meno derivative e forse un produttore con idee superiori alla media (suggerirei Eric Ambel); i risultati potrebbero non farsi attendere.