Può un disco intensamente pervaso da tutti gli umori e i luoghi comuni della vecchia scuola alternative-country, grondante gli stessi accordi e ricalcante le identiche atmosfere della prima ondata
no depression apparsa sul suolo della provincia americana con l'avvento degli Uncle Tupelo, può, dicevo, un disco di tal fatta suonare ancora fresco e vitale? A giudicare dalle prime malinconiche note di
Tied Up To Die, ispido folkrock dai risvolti rurali che apre i battenti di
Songs To Fix Angels direi proprio che un tale miracolo è fattibile.
Certo è difficile se non controproducente resuscitare i fantasmi del passato, tanto più recuperare la rivoluzionaria spinta underground degli esordi di quel movimento, ma quando passione roots e sventagliate elettriche scorrono a fiumi come nel caso di
Chad Rex e dei suoi
Victorstands si possono mettere da parte timori e malizie da critici diffidenti, perché quello che conta sono solamente queste rauche canzoni dalla desolata provincia americana (Fort Collins, Colorado, nell'occasione) che tanto ci hanno conquistato in questi anni.
Songs To Fix Angels si apre, come anticipato, con le note malinconiche ed acustiche di un piccolo gioiello quale
Tied Up To Die, ma provvede subito a riassestare il tasso elettrico della raccolta attraverso sfuriate che definire country-rock è del tutto riduttivo: le chitarre urticanti di Chad Rex gracchiano un punkrock passato a bagno nella tradizione ed il primo ed unico referente per le convulsioni e gli stacchi di
Breaking Down For The Third Time, Build A Rocket, Desperate and Poisoned o un'epica cavalcata quale
Blue Memory possono essere solamente i memorabili
Uncle Tupelo, quelli dei primi due dischi in modo particolare.
Roots-rock dalla terra di nessuno, che mischia sacro (le radici hillbilly dei vecchi immigrati) e profano (le crude rasoiate dei Replacements e degli Husker Du), eppure sa intelligentemente staccare la spina e sconfinare nei territori di crepuscolari ballate elettro-acustiche. Linee melodiche semplici e disarmanti conducono per mano le melodie di
Sleep Through e Back To the Breakdown, l'onnipresente occhio di Neil Young scruta dietro l'angolo nelle ciondolanti note country-rock di
Hearsay Discovered e Parting Dress, mentre in
Edgar Bergan's Ghosts si affaccia finanche un armonioso pianoforte.
Chad Rex canta con l'ardore dell'ultimo outsider arrivato in città, le chitarre si fanno notare forte e chiaro dall'inizio alla fine e persino la produzione fa la sua figura, tanto da nascondere con molta onestà le ristrettezze di un budget ridotto. Una piccola sorpresa.