In un padre, Stan, che nel 1959 ha inciso l’hit Boom-a-Dip-Dip, i fratelli
Chris (voce) e
Rich (chitarra)
Robinson, trovano un buon esempio per crescere ad Atlanta seguendo il fuoco del rock.
Adorano i Led Zeppelin, i Rolling Stones, i Faces e se ne fregano di essere al di fuori dei trend che negli eighties avanzano.
Fondati i
Black Crowes, nel 1990 con una formazione che comprende anche Chris Cease (chitarra), Johnny Colt (basso) e Steve Gorman (batteria), pubblicano
Shake Your Money Maker.
Questo debutto arriva grazie all'interesse di Rick Rubin, audace discografico che diventerà un punto di riferimento per tutto il rock americano degli anni '90 con la sua etichetta Def American.
In piena epoca crossover, i
Black Crowes suonano invece un rock del tutto demodé, che pesca alla tradizione country, con innesti di hard rock, gospel, southern rock e soul.
Il disco è fulminante, sanguigno, duro, caldo e ha la convenienza di presentare un paio di hit, la cover di
Hard to Handle di Otis Redding e la ballata acustica
She Talks to Angels.
Ma le loro canzoni, seppur peccando di melodie memorabili, difficilmente ve le toglierete di dosso:
Twice As Hard al piano barrelhouse di
Jealous Again al contagioso boogie di
Could I've Been So Blind con commoventi ballate come
She Talks To Angels, Sister Luck, a
Seeing Things, per terminare con la trascinante
Stare It Cold.
Altro che Rolling Stones.. Nel solo primo anno l'album venderà tre milioni di copie, per nulla danneggato dalle colorite disavventure del quintetto (espulsi da un tour e arrestati in un negozio), e lancerà su grande scala il revival degli anni '70. Avercene!!