BIG IN IOWA (Twisted)
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  Recensione del  28/01/2004
    

Grande roots-band questa dei granitici e chitarristici Big in Iowa, un quartetto che la critica mette a confronto di artisti del calibro dei Rolling Stones o a John Fogerty. La band è nata grazie al leader Dick Burns, un giovane chitarrista rock n roll che si è fatto le ossa suonando in una band chiamata Do's and Don'ts e dopo una performance come gruppo di supporto al mitico Jerry Lee Lewis, viene da lui notato e lo aggrega allo show.
Ma una svolta il giovane singer/songwriter l'ha intorno agli anni '90 quando si avvicina al più trascinante American Country-rock del periodo formando la Cincinnati band per antonomasia, i Big in Iowa. Partenza al fulmicotone con l'omonimo album del 1996 autoprodotto e pubblicizzato nelle università e pub del luogo schierando sul palco Rick House dalla band locale degli Used Toys, Dusty Bryant alle tastiere e Jamie O'Keefe alla batteria. Si impongono immediatamente come la migliore roots-band live di Cincinnati vincendo un grammy awards nel 1997.
L'anno successivo vede unirsi alla band Jeff Wilson come nuovo batterista e preparano questo nuovo album, Twisted ancora più marcatamente a base rock. Burns migliora decisamente alla voce e il suono è ancora più suggestivo: ascoltare Is This Love mette subito di buon umore e il gioiellino successivo Neon Signs è una perfetta roots song cantata e suonata come dio comanda. Chitarre e riff centrale da manuale.
Si picchia duro con la successiva Rae Jean, davvero trascinante dal ritornello accattivante e non si riesce a stare fermi. Si prosegue sempre a livelli alti con Sunrise che gioca molto sulle chitarre elettriche, la ballata rock Justine (the acid queen), la scoppiettante Southbound Train. Non saranno proprio originali ma li preferisco a molte altre band del periodo…