BRANDON JENKINS (Down in Flames)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  18/10/2005
    

Certo la strada che ha portato al successo questo bravissimo cantautore non è stata affatto semplice, anzi. Nel lontano 1994 firmò il suo primo contratto con la Alabama Raney records è fu una grande delusione pieno di incomprensioni, così passo nel 1995 con il manager R.C. Bradley (lo stesso di Dwight Yoakam e Jim Lauderdale) portandolo a Nashville ma senza esiti positivi. "Dovunque andavo mi dicevano tutti la stessa cosa: hai una voce bellissima ma non avevo il look adatto o che le mie canzoni era discutibili". Dopo meno di un anno ritornò in Oklahoma ma questa volta avrebbe fatto di testa sua anche pagandone le conseguenze.
Ha diviso il palco con moltissime personalità della musica come Willie Nelson, Pat Green, Cory Morrow, Robert Earl Keen, Jack Ingram e Ray Wylie Hubbard. Nel 2002 Jenkins ha scritto la colonna sonora per un film ed ha collaborato con Pete Anderson alla compilation chiamata "A Country West of Nashville" che ha vinto un grammy award. Altri riconoscimenti li ha raccolti negli anni successivi nella scena dell'Oklahoma e nel Texas giungendo a pubblicare il nuovo cd dal titolo Down In Flames. La band è composta da Soup Bone alla chitarra, Joey Trevino al basso e David Teegarden Jr. alla batteria e altri collaboratori.
La title-track è la canzone simbolo di Jenkins: intro comandato dalla sua calda voce e attacco successivo della band che entra prepotentemente a dare il ritmo ad una bella rock song. Si continua con The Whole World's Gone Crazy e restiamo in terreno rock: La sua voce è davvero notevole e la lead guitar di Soup Bone non lo molla un attimo. Red Dirt Town è invece la ballata per eccellenza. Una leggera chitarra acustica accompagna la voce di Brandon. I testi bisogna dirlo sono forti e anche sulla copertina del cd lo si mette in evidenza (Contiene linguaggio solo per ADULTI). La canzone va dritto al cuore e non si può che alzare il volume quando il resto della band entra ad accompagnarlo fino alla fine di 4 minuti notevoli.
Altre canzoni sugli scudi sono Out of Control e Gipsy Angel, che si dividono tra un ritmo incalzante e chitarre in primo piano a momenti da ballata pura con solo la voce a delinearne il fascino. Si nota come ci sia stata una evoluzione nel suono, tralasciando un po' la matrice texana quella prettamente acustica avvicinandosi ai suoni dell'Oklahoma, quelli fatti di melodia ma sempre con le chitarre elettriche e batteria come contorno. Il risultato gli da ragione, confermando il suo talento anche se spero che il Texas entri con maggiore impeto nel suo modo di suonare.