DAN COLEHOUR (One for the Old Man)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  17/10/2006
    

Dan Colehour è un rocker con le palle. Cresciuto nel Missouri, esattamente a Mt. Vernon nell'Iowa, è un songwriter molto bravo con una voce che arde passione per quello che scrive e il Midwest nel cuore. L'ho scoperto casualmente ad Austin (Texas) durante la 19° edizione del South by Southwest. Consigliato da una mia amica non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di vedere quello che viene definito un piccolo Mellencamp che ruggisce nell'Iowa e così mi reco sulla 6th strada al DB Riley's un pub irlandese.
Tra un centinaio di persone vedo arrivare sul palco un uomo minuto con un ciuffo e tratti del viso che mi ricordavano l'Adams di Summer of '69: è bastato che la batteria attaccasse il primo pezzo Quarry Town, e sono rimasto colpito dall'energia, la carica che sprigionava su quel palco: una voce rocciosa adatta al rock che le sue canzoni diffondono a 360 gradi. Per la cronaca il suo cd non sono riuscito a trovarlo perchè semplicemente non lo aveva ancora pubblicato, c'era solo un demo con 4 canzoni naturalmente andato a ruba.
Soltanto l'anno seguente sempre ad Austin sono riuscito a trovare il suo cd d'esordio autoprodotto: 14 canzoni per 70 minuti di grande rock con una leggera partecipazione di violini che danno quel tocco countreggiante che in alcune canzoni si avverte, tipiche nelle terre dell'Oklahoma e del Texas. Ascoltare la bella The Likes of Us, la sua voce carismatica dona al ritornello la degna carica e melodia, molto trascinante: la suoni e risuoni tante volte. Un gran pezzo rock. Ma Dan è un cantautore completo e lo dimostrano ballate come Still your Ruth o con il capolavoro del disco My America.
Una ballata countreggiante struggente e vigorosa che non si ascoltano molto spesso. Una chitarra acustica e la sua voce. Ricordano Mellencamp, le sue canzoni. Un paragone forte ma che merita questo rocker dell'Iowa. Another man's crime, Your Secret's safe with me, Go easy ci portano di nuovo in terreno rock, con le chitarre che vibrano decisamente e con il ritmo che ti fa sobbalzare dalla sedia.
Il texas si respira nella bella Leaving America, in Something that Happens contraddistinta da un violino che si amalgama bene alla batteria sempre in primo piano, o come Outlaw for Sure dove il texas, Austin e il mexico ricordano che dopotutto il suo è un amore forte per questa terra. Un esordio molto convincente. Un futuro roseo anche in Texas.
P.S. Nel 2007 è stato ripubblicato per la Carnvial Recording Company, nuova copertina, direi migliore ma solo 10 brani, mancano le contaminazioni più texane ma il disco non ne perde certo di fascino. Un piccolo prezzo da pagare per una distribuzione a largo raggio, ma se questo è l'unico modo per farsi conoscere…