MICHAEL UBALDINI (Empty Bottles & Broken Guitar Strings)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  16/10/2006
    

Raccolta di novità. inediti, anticaglie e scarti, Empty Bottle & Broken Guitar Strings, oltre a richiamare fin dal titolo un immaginario rock romantico e votato ai margini, è di fatto il primo riassunto sulla carriera di questo rock'n'roll poet, come egli stesso ama definirsi, che corrisponde al nome di Michael Ubaldini. Venti brani ed oltre settanta minuti di musica che riassumono ampiamente il credo di un autore e chitarrista poco interessato allo stare al passo coi tempi, più concentrato sull'onestà e la bellezza imperitura di una semplice rock'n'roll song.
Saltano all'orecchio i soliti sospetti passando in rassegna queste innocenti trame elettriche: ci sono i muscoli della migliore tradizione blue collar, tra Seger, Southside Johnny e Springsteen, un rock operaio e indomabile che si riflette anche nei testi, i guizzi di una chitarra solista fra radici rockabilly e blues rock di grana grossa, le dolcezze di una acustica che sfiora il country (la rustica Moonlight Dance, oppure Unfaithful Wife con la steel di Kirk Brown) e magari si atteggia con ambizioni da folksinger (Dark Day sof Confusion). Californiano di adozione, Michael Ubaldini si è svelato a noi con il roccioso Avenue of Ten Cent Hearts, il volto più ingenuo e ribelle del roots rock lo scorso anno, un disco che probabilmente non aveva una sola nota fuori del normale, ma suonava autentico come pochi. Empty Bottles & Broken Guitar Strings non beneficia evidentemente della stessa uniformità e immediatezza, essendo come anticipato una sorta di best of sotto mentite spoglie, eppure funziona in quel suo spiattellare una vagonata di riff e ballate rock completamente avvolte nella mitologia della strada e della periferia americana.
Un disco solido per chi non avesse mai avuto il piacere di scoprire questo eroe minore, un ripasso esaustivo per chi come il sottoscritto avesse scoperto Ubaldini soltanto a partire dalle uscite più recenti. A garantire una compattezza invidiabile il sound nel suo complesso, che nonostante studi, produttori e formazioni diverse non cambia di una virgola: dai tre brani nuovi di zecca, incisi quest'anno ai leggendari Sun Studios di Memphis (The Wedding Proposal, High Maintinence Engine e il commovente soul rock di Down Home Sweet Girl) ai numerosi ripescaggi dall'irreperibile esordio Mistery Train del '94 (tra le altre Scratch my Back e Memphis Bound, un po' rockabilly e un po' swamp rock modello Creedence, una Shake & Jimmy che rievoca i Blasters) tutto è legato da un preciso carattere, quello di una razza di rocker in via d'estinzione. Magari farà anche un poco di tenerezza, ma quando attacca con l'irruenza sfacciata di Reckless Heart o Tears of a Lonesome Train Michael Ubaldini ci crede in quello che canta e questo basta a rendercelo simpatico.