FOUR MILE MULE (Hateful)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Ancora Texas. Four Mile Mule arrivano da Arlington ed hanno già un disco alle spalle. Il disco in questione, Black and White Movie, era apparso su queste pagine e la recensione era stata moderatamente positiva. Questo secondo disco è più tosto e chitarristico dell'esordio, e la band mostra una buona attitudine a mischiare rock e radici. La band, un quartetto, è formata da Lou Vargo, voce e chitarra, Daniel J Hines, chitarra elettrica ed acustica, mandolino e lap steel, Matt Key, batteria, Kirk Richardson, basso e voce.
Un suono potente, con le chitarre in bella evidenza e Vargo leader a tutto tondo. Niente di nuovo è vero, ma la vitalità e la buona propensione a produre musica sana non sono certo elementi da sottovalutare. Four Mile Mule sono la tipica band di americana, e mischiano rock e radici con baldanza, mentre Vargo ha la voce e l'attitudine giusta per essere il leader del gruppo. Sono una bar band per eccellenza, come i Cross Canadian Ragweed ma, rispetto ai CCR hanno più forza nel suono ed una maggiore cretività. Un suono muscolare che mischia intuizioni alla Son Volt con i Rolling Stones, senza tralasciare una robusta dose di radici e qualche solida intromissione country, il tutto eseguito con tenacia e senza fronzoli. Sono un po' monotematici ma questo, pur essendo un limite, è anche la loro forza,
Infatti le canzoni sono tutte ad un buon livello qualitativo e, anche dopo svariati ascolti, si fatica a giudicare le migliori o le peggiori. Vargo scrive bene e canta con trasporto, mentre la sua chitarra e quella di Hines ruggiscono il giusto e la sezione ritmica ha granito da vendere. I brani migliori: la tosta Angeleen, il country rock Monday Morning, la country oriented Doin' Time, la vigorosa Hateful, il folk rock Greenville. Ed ancora: Sunset Strip Bar, un torrente di chitarre, Carousel, ruvida e rarefatta, 31 Reasons, in cui le chitarre si lasciano andare, per chiudere con Down River, molto rollingstoniana e la lunga Hit The Town Running dalla tematica gentile, che termina un disco, decisamente chitarristico, in maniera anomala.