Quando nel 1987 uscì il primo album di
Dave Alvin, originariamente intitolato
Every Night About This Time, si pensò ad una sortita isolata del chitarrista perché nessuno credeva che i Blasters si fossero definitivamente disuniti dopo il clamore positivo provocato dallo splendido Hard Line. Ed invece Every Night About This Time, oggi ristampato col titolo di
Romeo's Escape, è risultato essere il primo lavoro di una carriera ricca di soddisfazioni, che dura tutt'ora, contrassegnata da grandi dischi e da strepitosi concerti.
A quel tempo si pensava che il cervello dei Blasters fosse il fratello Phil, il tempo ha dato ragione a Dave, un artista come pochi nella musica americana di oggi, in grado di attraversare con sensibilità e grande versatilità il rock n'roll e il blues, il rockabilly e il country, la canzone d'autore e il folk apportando conoscenze e un acume interpretativo fuori del comune. Alcuni suoi album sono imprescindibili in qualsiasi collezione di musica americana che si rispetti, mi riferisco a
Blackjack David e
Public Domain ma anche
King Of California e il live
Interstate City non dovrebbero mancare per poter avere una visione completa dell'America delle strade blu e dei deserti del sud-ovest narrata da questo straordinario artista.
Personalmente sono molto legato a
Every Night About This Time, primo perché il suo esordio arrivava in un momento in cui la saga dei Blasters contribuiva ad arginare il drum-sound degli anni '80, secondo perché l'America (e la copertina è eloquente) che viene cantata in questo disco è quella crepuscolare e romantica degli hotel di serie B, dei caldi asfalti delle notti losangelene, dei vecchi dischi di blues e dei locali dell'ora tardi, dei losers e delle prostitute che fa da sfondo anche all'opera più cinematografica di Tom Waits ovvero The Heart of Saturday Night, con cui ha diversi elementi in comune. Terzo perché il disco contiene tra le migliori composizioni di
Dave Alvin, ancora oggi centri nevralgici dei suoi live show. Mi riferisco alla toccante ballata di
Fourth Of July, ripresa anche dagli amici X, modello di un modo nostalgico di cantare l'America dei perdenti proprio del rock, lo sferzante rock di
Long White Cadillac ispirata dalla storia della morte di Hank Williams, il furente e velocissimo rock n'roll in chiave semi punk di
Romeo's Escape, il rockabilly trattato gospel di
Jubilee Train, un brano che evoca il New Deal e la grande depressione anni prima che arrivasse il Tom Joad di Springsteen. In questo
Dave Alvin è sempre stato un anticipatore, con
Public Domain ha tentato nel 2000 quello che con più risonanza Bruce ha fatto con le Seeger Sessions.
Tornando alle canzoni non si può dimenticare
Border Radio, una canzone che trae ispirazione dai suoni e dalla gente del border, dalle attese e dalle speranze degli immigrati messicani, dalle voci delle radio di confine. Col tempo
Border Radio è diventata simbolo di quella Califomia meridionale a contatto col Messico trattata sapientemente anche dai Los Lobos, un gruppo stilisticamente molto vicino a Dave Alvin e ai Blasters. Ne è diretta conferma il coinvolgimento in
Romeo's Escape : David Hidalgo (Chitarra e violino e Steve Berlin (sax e produttore), due Lupi che fanno parte della nutrita schiera di ospiti di cui il disco è zeppo. Oltre alla band degli Allnighters di Alvin formati da Greig Leisz (chitarre e pedal steel), Jerry Angel (batteria), Gil T. (basso) e John "Juke" Logan (armononica), ci sono difatti nomi di primo piano come Tony Gilkynson (chitarra) , Katy Moffatt (voce), Al Kooper (Hammond) e Gregg Sutton (basso) a definire un insieme strumentale quanto mai preciso a sintetizzare una musica che è una gustosa miscela di rock n roll, fifties e blues, di lamenti Country e ritmi rockabilly, di melodie del border e ballate al chiaro di luna.
Particolarmente significative tra queste sono la struggente Brother (On The Line) probabilmente dedicata al fratello Phil, la title track Every Night About This Time con quegli echi di canzone alla Hank Williams evocati dalla lap steel di Greg Leisz e la conclusiva I Wish It Was Saturday Night che è il mezzo più diretto per arrivare al cuore del sabato notte di Tom Waits. L'unica considerazione che si può aggiungere risentendo questo disco è notare come il cantato di
Dave Alvin sia nel tempo maturato e oggi abbia raggiunto una pienezza e una espressività che allora non aveva. Mancano in questa ristampa le bonus tracks ma non è un difetto perché data la lunghezza del disco, 44 minuti, avrebbero potuto scalfire l'unitarietà di un lavoro già completo nella sua stesura originaria. Undici brani facevano parte dell'album 1987, undici brani costituiscono
Romeo's Escape, che rimane un disco fondamentale, da quattro stelle, nella carriera di
Dave Alvin.