CHRIS KNIGHT (Enough Rope)
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  Recensione del  28/09/2006


    

Chris Knight, quattro dischi in quasi dieci anni, è uno dei migliori cantautori di genere in questo momento in Usa. Il suo stile, pura Americana, paga un debito al primo Steve Earle ma la sua forza, la sua scrittura, la sua sintesi di rock e radici, hanno un imprimatur personale. Se Earle poteva essere l’ombra negli esordi, Knight ha saputo uscire allo scoperto con le sue canzoni, ha saputo mettere assieme le radici country rurali con una dose di rock urbano, ed Enough Rope è, assieme all'esordio Chris Knight, il suo disco più bello.
Come nella migliore tradizione della canzone d'autore popolare negli anni recenti, il disco di Knight è un tributo all'America che lavora, ai turnisti, agli operai, ai camionisti, a quel tipo di gente che conta poco, che fa numero, ma che forma l'ossatura della nazione. Nelle sue canzoni si parla di cose marginali, di gente che non conta, di posti che nessuno conosce: Enough Rope è profondamente onesto, non spende una parola in più, ed è decisamente bello. Un disco in cui amarezza e realtà sono il filo conduttore e dove vengono alla luce passionalità, fierezza e forza inferiore: elementi che hanno radici profonde nell'uomo e nell'autore, non ha dietro una etichetta grossa, il disco è autogestito, ma la produzione è solida e la gente che lo aiuta sono session men di prima qualità: nomi che abbiamo già sentito o letto su altri dischi, gente come Kenny Greenberg, Dan Dugmore, Michael Rhodes, Greg Morrow, Pat Buchanan, Richard Bennett, Tammy Rogers, Ashley Cleveland. Se Enough Rope, la canzone che da il titolo alla raccolta, potrebbe benissimo venire da un disco di Mellencamp, per il tipo di voce, il violino sul fondo, l'amarezza che regna sovrana, tutto si può dire di questo disco, ma non che si derivativo.
Knight sa dosare le emozioni, costruisce canzoni perfette, mischia country e rock, ma non sceglie apertamente uno stile. Altre canzoni degne di nota: la nostalgica Old Man, un ballata velata di nostalgia dalla melodia turgida e coinvolgente, Saved By Love, canzone d'amore atipica che si ascolta tutta d'un fiato. River Road, intro elettrico, più rock che country. Cry Lonely tipica road song per quelli che vanno dal Kentucky al Tennesse. Bride The Bull brilla di luce propria e vira sul blues, Up From The Hill ha una marcia in più, è elettrica e pulsante e Jack Blue apre in modo adeguato un album solido e puro rock della terra del cuore, heartland, dove il solco flebile tra antico e moderno viene messo in evidenza da un autore che ha il coraggio di andare controcorrente e fare musica vera, senza rendere conto a nessuno, se non alla propria coscienza. Non diventare mai famoso, Chris Knight, ma resterà a lungo nei nostri cuori.