JACKSON TAYLOR BAND (Live Locked & Loaded at Longhorns Saloon)
Discografia border=Pelle

     

  

  Recensione del  28/09/2006


    

Uno dei dischi più adrenalinici dell'anno, uno di quei dischi ricolmi di un'energia così viscerale e così naturale e feconda di attendibilità da generare impulsivamente una contagiosa compartecipazione emotiva con l'ascoltatore; nulla di artificiale, ma semplicemente puro rock'n'roll nel cuore e bisacce, piene di entusiasmo e ruspante rock texano. Live Locked & Loaded at Langhorns Saloon è una formidabile carica energetica e la Jackson Taylor Band suona in modo diretto senza articolare fronzoli inutili, senza trucchi o inganni, suoni svegli & canzoni passionali, così ardenti & innocentemente impetuose da spillare scariche di feedback e autentici turbamenti adrenalinici che... che diventiamo impazienti per quello che verrà dopo.
Jackson Taylor è un texano di razza, ha sulle spalle un pugno di dischi ben realizzati e ben strutturati, indiscutibilmente onesti e flessibili; dischi piacevolissimi e stimolanti, tutti indispensabili: Hollow Eyed & Wasted, Gypsies & Drifters, Goin' Down Swingin', Humbolt Country e Easy Lovin Stranger, in ordine sparso perché qualsiasi disco decidiate di ascoltare, non vi deluderà (ed è in arrivo per l'autunno Whiskey Sessions, sorta di assortimento di brani in versione più o meno alternata che fa il paio con l'interessante collection Outlaw - volume one 2001/2003).
La bizzarria dei scalmanati texani è tale che per il live hanno scelto tutto tranne che i confini amici ma al "Longhorns Saloon" di Manhattan, nel Kansas ma si respira la stessa polvere e la stessa rozza e festaiola aria del Texas, così tra ‘motherfucker’ e whiskey Mr. Jackson Taylor [voice & rhythm guitar] affiancato da Josh Hamilton [lead guitars], Ronnie Belevare [lead & slide guitar], Jeremy Lewis [bass & backing vocals] e da Rick Bourgoin [drums] inziano a suonare, diciannove le tracks ripartite in settantaquattro minuti tra mordaci scariche elettriche dalle solide radici e barlumi di attimi di contemplativa sensibilità suggestiva dove rallentare e tirare il fiato.
Si comincia con Whiskey & Women e subito l'atmosfera si fa esplosiva con chitarre a tutto volume e ritmica che pesta giù duro, eccitazione che trasuda da ogni poro; chitarre dirompenti che insistono imperterrite con Goin' Down Swingin', è come un fiume impetuoso e profondo, volumi alti e un muro di suoni per brani che testimoniano un concerto rock, solido e roccioso. Mas Mas Tequila e Hard Timin' Love sono trascinanti e coinvolgenti come poche, molto belli i movimenti delle chitarre che illuminano le più ‘morbide’ Tear Me Down e Something More. Old Lone Star, If I Could Have It My Way e Easy Lovin' Stranger sono ballads molto suggestive che servono a tirare un po' il fiato ma si riprende a far festa con canzoni splendide, da Hard Timin' Love a Blue Agave davvero impetuosa, quel tocco border affascinante che accompagna due perle come Gypsies & Drifters e Maria con quell'urletto colmo di tequila che tira dentro la partecipazione della folla che risponde entusiasta e richiama immediatamente Humboldt County Grown, altra deflagrante jam chitarristica da urlo.
Una luminescente ballatona come It's Not Suppose To Be That Way serve a preparare la Jackson Taylor Band per il rush finale: con Wicked, Wicked Me, la meravigliosa Broken per chiudere con la dannate Bare Feet On The Dash, Whiskey e Long Legs & Long Necks. Un live caldo & sudato & partecipato… ce ne sono davvero pochi in giro di dischi come questo!!!