Esordio da incorniciare per i
West Valley Highway, quattro ragazzi di Seattle che avrei giurato provenissero dalla California, Bakersfield e dintorni se possibile. Il loro sound infatti è un puro distillato della tradizione avviata con Buck Owens e portata avanti da
Dwight Yoakam in anni più recenti. Fortissime le somiglianze stilitiche con quest'ultimo, specialmente nella voce di Boots Kutz (anche batterista) e palese il tributo al primo nella vivace
Back to Bakersfield, brano in cui la band cita apertamente, nella seconda e terza strofa, i titoli di una serie di successi di Owens, formando una sorta di collage testuale.
Quello che sorprende maggiormente è il fatto che, nonostante si tratti del loro debutto (alcuni componenti hanno fatto parte in passato dei Souvernirs), i
West Valley Highway mostrano una sicurezza negli arrangiamenti ed una padronanza del genere da autentici veterani. E' pur vero che il gruppo ha mosso i primi passi con la classica gavetta a livello locale, facendo poi da spalla a Junior Brown e
Dale Watson fra i tanti, ma restano sostanzialmente degli sconosciuti. Questo non gli ha impedito di tirare fuori dal cilindro un suono cristallino ed una produzione degna di una major nashvilliana: se avete nostalgia dei primi Mavericks, quelli meno invischiati con il pop, e di competenti country band come i Derailers, forse i cugini più stretti in fatto di gusti musicali, allora non resterete indifferenti alla scioltezza delle melodie di
One of These Days e
I'm That man.
Pregevole soprattutto il lavoro alle chitarre di Mo, misterioso soprannome dietro cui si cela il vero motore della band, un twang guitar sound da manuale, di tanto in tanto accentuato nelle sue radici più rurali dal banjo di Jeff McBee (da sentire lo strumentale western
Fire on My heels, degno di una soundtrack) e da qualche altro sporadico ospite con dobro, accordion e steel guitar. Un plauso, va ribadito, alle voci, che oltre al principala autore Boots Kutz, annoverano anche Terry Bratsch (chitarre acustiche), solista nell'honky tonk texano
She's the Kind e nella citata
Back to Backersfield.
Episodi sotto il livello di guardia davvero si fa fatica a trovarli, almeno di non accusare i West Valley Highway di ripercorrere strade già battute, ma c'è un amore e una competenza nelle note di
A Lifetime Ago e Emmett Redeen, assolute delizie country rock, oppure in
Marysville (farebbe un figurone su qualsiasi disco di Yoakam) e nella conclusiva ballata strappacuori
Closing Time, che si tratterebbe di critiche immeritate.
Marysville è il country record ideale per la stagione estiva in corso.