GUY CLARK (Workbench Songs)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  09/08/2006
    

Guy Clark, texano purosangue, cantautore di grande spessore, uomo silenzioso e chiuso, ha quasi 65 anni. Cosiderando che ha cominciato ad incidere tardi, nel 1975, non ha prodotto molto, ma ha sempre badato alla qualità. Solo dodici albums in più di trenta anni di carriera: dischi contrassegnati da uno stile personalissimo, influenzato in parte dall'amico e mentore Townes Van Zandt, dischi in cui la qualità e la profondità espressiva rimagono il fiore all'occhiello. Guy ha inciso poco, ma ogni disco ha una sua storia: è toccante, intenso, malinconico.
Cantore della solitudine, cesellatore di melodie che rimagono impresse nella memoria, ha scritto una discreta quantità di classici: Desperadoes Waiting For a Train, LA. Freeway, That Old Time Feeling, Rita Ballou, The Last Gunfighter Ballad, Broken Harted People etc. Workbench Songs segna il suo debutto su Dualtone, l'indie più importante in questo momento in Usa, assieme alla Yep Rock ed alla New West. La Dualtone è più focalizzata sula musica country e dintorni e Guy ha trovato un albergo sicuro, dopo una manciata di dischi per la Sugar Hill. Nel suo precedente lavoro, The Dark, Clark rendeva omaggio a Townes interpretando la triste Rex's Blues e qui si ripete cantando in maniera accorata la stupenda No Lonesome Tune.
Quasi irriconoscibile (ha avuto una grave malattia, ma l'ha superata), non ha perso un'oncia della sua espressività vocale e della sua bravura come autore. Workbench Songs è un disco puro e notturno, ha le sue pause, i suoi tempi dilatati, ma propone canzoni pure e profondamente introspettive. Come Funny Bone, quasi parlata, che richiama la magia di Randall's Knife, oppure il duetto folk grass con l'amico di sempre Verlon Thompson in Diamond Joe, un traditional. Rispetto al passato ci mette anche un tocco di country in più, Exposè, dall'andamento quasi bluegrass, una sorta di square dance trascinante, oppure va sul confine e ci regala una border song dal titolo evocativo e romantico, Cinco de Mayo in Memphis.
Sono della partita, oltre a Thompson, anche Shawn Camp, Jaime Hartford, Chris Latham ed altri turnisti meno noti. Guy scrive quasi sempre a quattro mani e regala ancora emozioni e grande musica attraverso canzoni suggestive come Walkin' Man, Magdalene, Out in the Parking Lot (quest'ultima è in una nuova versione, era già stata interpretata in passato), Worry B Gone, Analog Girl, Tornado Time in Texas. Ormai Clarke fa parte di quella ristretta cerchia di autori che hanno un suono talmente personale che si fa fatica a non riconoscerli. Suonato in modo parco, cantato con la solita flemma, Workbench Songs è un album ben costruito, assolutamente godibile, che va ad occupare un posto di prestigio nella scelta discografia del texano.