Il canto del cigno di uno dei più grandi artisti del secolo appena trascorso. Non sarà certamente il suo ultimo disco, visto che di materiale inedito ce ne è ancora tanto. Ma
A Hundred Highways è sicuramente l'ultimo lavoro di Cash. L'ultimo disco che ha concepito mentre era in vita, quindi il suo canto del cigno. Un disco profondo, intenso, sofferto e commovente. Johnny canta con voce spezzata, non è più l'uomo tutto d'un pezzo, the man in black, ma solo un vecchio, piegato dal dolore, che però con tutte le forze e con una volontà ferrea, continua a fare quello che ha fatto per tutta la vita. E lo fa con una intensità, una partecipazione ed una forza inferiore, che ci porta a commuoverci e che ci obbliga ad ascoltarlo in religioso silenzio. Cash ci ha lasciato, ma questo suo testamento sonoro sarà una delle nostre, e spero anche Vostre, colonne sonore dei mesi e venire.
La scelta delle canzoni è interessante e propone il classico cocktail di antico e moderno, di tradizione ed attualità che, grazie alla produzione amorevole di Rick Rubin, possiamo ascoltare in forma compiuta. Le registrazioni sono state fatte nel corso dell'ultimo anno di vita di Johnny, iniziando da quando Rick e Johnny avevano terminato American IV e finendo solo qualche settimana prima della sua morte. Johnny canta canzoni legate alla sua vita cominciando dal gospel, che l'amore di sua madre ha inculcato nella sua anima, quindi canzoni di varia estrazione, sia country che rock, ma le canta sempre alla sua maniera, rendendole sue, anche in un momento così difficile.
Like the 309, l'ultima sua composizione, è cantata con voce sofferta, ma mantiene intatta la sua personale alchimia di antico e moderno.
E la voce soffre ancora su
If You Could Read My Mind di Gordon Lightfoot, una voce quasi flebile ma piena di pathos.
Rose of My Heart, splendida gemma che il nostro ha pescato dal passato (di High Moffatt), è cantata con voce quasi insicura, proprio da lui che nella voce mostrava tutta la sua forza. Cash commuove e coinvolge: il suo disperato attaccarsi alla vita, al mestiere che la ha sempre condizionata, al suo amore primario, è un caso abbastanza unico nella storia della nostra musica.
E' Cash ne è parte integrante. 12 canzoni, alcune classiche ed altre meno note, con l'indimenticabile
Four Strong Winds, inno folk degli anni sessanta (Ian & Sylvia),
Further On (Up the Road) di Springsteen,
On The Evening Train (Hank Williams),
A Legend in My Time (Don Gibson),
Love's Been Good To Me(Rod McKuen) e
God's Gonna Cut You Down (Odetta)…. Cinquanta anni di musica raccolti in dodici canzoni. Un testamento sonoro di grandissima intensità. So long, Johnny.