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Songwriter interessante
Eric Hisaw, che con questo
The Crosses prosegue la sua carriera solista giunta al terzo album dal 2001. Di stanza fra Austin e il New Mexico, Las Cruces precisamente, lascia che le sue composizioni vengano sporcate da un po' di polvere del deserto e leggermente seccate dal sole, quel tanto che basti a togliere ogni patina di laccatura che potrebbe appesantirle e a far sì che suonino dirette e senza tante concessioni.
Complice una buona band (Larry Tracy, pedal steel e slide, Chip Dolan, accordion, Dana Myzer, batteria, Ron Flynt, basso, organo e tastiere e lui stesso alle chitarre) e dotato di una scrittura solida (tutti suoi i pezzi tranne una buona versione di
Further On Down The Road di Taj Mahal)
The Crosses gioca le sue carte sotto il grande ombrello dell'Americana sound e soprattutto nei pezzi più lenti il disco ha una marcia in più.
Giocate su pochi accordi di chitarra con accordion e steel guitars che in lontananza richiamano atmosfere malinconiche e di confine,
Pegy, Girl Who Never Smiled, Silence, senz'altro sono pezzi che possono avere qualche assonanza con il Neal Casal più bucolico e meno contaminato.
Run, piacevole ballata elettroacustica mid tempo è un'altra canzone che si ascolta con piacere ed anche quando le atmosfere virano verso un country rock più tradizionale il disco non cede (è il caso di
Borrow, Take Care Of Yourself ed in particolare di
Every Sunday). Anche
Here With Me, deliziosa, dai toni leggermente più introspettivi merita quanto meno una segnalazione doverosa.
Un disco senza grandi pretese, ideale colonna sonora per viaggi in auto ora che la stagione sembra essersi definitivamente aperta, ma che sarebbe un peccato relegare soltanto all'autoradio.