KEVN KINNEY (Comin' Round Again)
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  Recensione del  09/07/2006
    

Mantenendo ormai fede alla definizione che da anni si porta addosso, Kevn Kinney continua a recitare con convinzione il ruolo del folksinger, in tempi in cui il senso più letterale e storico del termine ha forse perso gran parte del suo fascino e della sua ragion d'essere. Per l'ex leader dei Drivin' N Cryin' è invece una questione di sopravvivenza artistica e di naturale modo d'espressione, oltre a racchiudere il significato delle sue radici di musicista.
Nato e cresciuto nel profondo Sud, originario di Atlanta, Kinney è figlio della strada e di quella progenie di storyteller che amano raccontare l'America dai bordi, anzi meglio dai bassifondi, una fotografia del paese che la stessa title track del nuovo Comin' Round Again rende nelle immagini vivide della tragedia di New Orleans. Stupisce davvero che un autentico outsider come Kinney riesca ancora a trovare chi gli pubblica i dischi: da notare infatti che i suoi sei parti solisti, a cominciare dallo splendido esordio del 1990 McDouglal Blues, hanno fatto la spola fra mille etichette, passando dai lidi dorati di Island e Caricorn alla Rosa records, una minuscola e intraprendente label olandese per la quale Comin' Round Again vede la luce nella sola Europa. Consolidato il sodalizio con i Sun Tangled Angel Revival (Dave V Johnson, batteria, Bryan J Howard, basso, Joey Huffman, organo e piano elettrico, il figlio quattrodicenne Tyler all'armonica), Kinney offre quello che ci si può e ci si deve aspettare dal suo curriculum di musicista, un irreprensibile viaggio a cavallo di folk rock e blues scorticato.
Con accenti rurali più marcati ed una cospicua omogeneità che rende il nuovo disco il più semplice e diretto della sua discografia da molto tempo a questa parte, Comin' Round Again si getta infatti alle spalle alcune indecisioni del precedente Sun Tangled Angel Revival per riabbracciare tonalità spartane, eccezion fatta per una stravolta Covered by an Underground Umbrella. Non bastasse il boogie della citata Comin' Round Again, potrebbero fare al caso la gemella 40 miles of Mountain Road, il sentimentale omaggio di The Country Song, che cita i coniugi Cash, June e Johnny chi altrimenti, oppure la marcetta folkie con tanto di trombone di Kinda Like You.
La voce rauca, a tratti afona e stridente di Kinney è l'essenza del ruvido folk rock suonato dalla band, che copre con un po' di dura pellaccia southern il finale del disco, tra una Blues on Top of Blues che nel finale corre a rotta di collo, una oscura ballata elettro-acustica intitolata Tell Him Something for Me ed una scoperta citazione di Muddy Waters in Chattahoochie Coochie man, prima di ritornare all'anima acustica e dylaniana, amore sempre dichiarato di Kinney, nella risolutiva I Wonder. Il folksinger è tornato a casa a riflettere sui dolori e le gioie viste on the road: nella sua schiettezza, che si conservino ancora a lungo personaggi come Kinney.