TROY CAMPBELL (Long in the Sun)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  09/07/2006
    

Ricordo sempre con piacere la sfortunata avventura dei texani Loose Diamonds: erano la next big thing della scena roots rock di Austin nei primi anni novanta, complici due gradevoli lavori prodotti da Stephen Bruton, ma l'etichetta che li teneva sotto contratto fallì miseramene e Troy Campbell e Jud Newcomb si ritrovarono a piedi senza troppi complimenti. Il loro ultimo disco si chiamava pure Fresco Fiasco…una fine annunciata insomma.
Oggi entrambi si sono riciclati come irreprensibili songwriter con alcuni lavori solisti: Newcomb ha di recente pubblicato lo sfuocato Byzantine per la Blue Rose, Campbell, che dei due è sempre stato quello con la voce più melodica e il passo migliore per le ballate, torna a farsi sentire con il terzo episodio in carriera, Long in the Sun. Sempre prodotto dall'apprezzato chitarrista Gurf Morlix, come il precedente American Breakdown, completa il ritorno all'ovile di Campbell, dopo il più stravagante esordio Man vs. Beast.
Si tratta di una pacifica raccolta di country rock e ballate dai profumi roots desertici che mettono in evidenza le fonti di ispirazione dell'autore: la canzone d'autore texana di Townes Van Zandt e Ray Wylie Hubbard, il rock effervescente di Tom Petty in alcuni limpidi passaggi chitarristici (Birdsongs, Deliverance), la tradizione folk con la riproposizione di Along in the Sun & the Rain di Woodie Guthrie. Quest'ultima, con il suo incedere minaccioso ed epico è uno dei momenti più intensi del disco insieme alla cavalcata country rock di Killing Time in Texas, brano che nei suoi contrasti ricorda il sound dell'ultimo Ray Wylie Hubbbard. Il paragone sorge naturalmente spontaneo, soprattutto per la presenza della stessa chitarra di Morlix e del batterista Rick Richards.
Le atmosfere ruvide e bluesate della slide del primo si possono avvertire lungo tutto Long in the Sun, con uno scatto improvviso nel finale, che mette in fila il rock'n'roll facile facile di Town to Town e la scalpitante Ball and Chain, un distorto rock blues a cui partecipa l'amico Jud Newcomb come chitarra aggiunta.
Più prevedibile, va detto, il resto del materiale, il quale se da una parte ribadisce la vena rock romantica e melodica di Campbell (Famous, Lovers riportano immediatamente allo stile dei Loos Diamonds), che affiora d'altronde anche nei testi, dall'altra non sposta di una virgola la sua storia passata e presente. Sarà per questo che di recente si è inventato una carriera parallela di filmaker, producendo un documentario, A Place to Dance, premiato al festival di Austin e girando delle clip su personaggi eccentrici come Kinky Friedman e Rocky Erickson.