MULEHEAD (Never Again)
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  Recensione del  09/04/2004
    

Il simpatico mulo che ammicca dalla copertina è foriero di buona musica. Eccellente roots-rock cantautorale dalla band di Kevin Kerby, voce, chitarre, accordion ed autore, leader di personalità di un quartetto tutto da scoprire. I Mulehead sono una band di Little Rock, Arkansas, che comprende anche Greg Spradlin, chitarre, Chris Michaels, basso e voce, e Dave Hoffpauir, batteria. Inutile precisare che la band vive sul ben amalgamato suono dei due chitarristi ben sostenuti da una sezione ritmica duttile tra roots-rock e veloci sonorità countryficate.
L'esempio ed il mentore sembra essere Steve Earle, i cultori delle 'No Depression' bands possono andare sul sicuro: c'è molta carne al fuoco. Il navigato Kevin Kirby, gli conosciamo almeno tre albums con un altro gruppo, viene rigenerato da questo ritorno alla musica delle origini. Country-roots-rock, con qualche bella folk-ballads elettro-acustica sembrano l'ideale formula espressiva per questo epigono di Earle che conosce bene Dylan ed il miglior rock dei seventies. Il suono è gradevolmente rootsy, a volte dall'incedere un pò sgraziato e non lineare, con qualcosa di vissuto e di sentito, ma le scarne ed essenziali melodie lasciano sempre il segno. La voce di Kevin è calda, ispirata, intensa e drammatica, le sue composizioni omogenee ma gradevolmente varie per fonti d'ispirazione.
Dal disordinato crescendo di Lord's Trusty, che apre l'album, a brani rock d'autore come Lonely e Baby Brother, passando a pezzi d'atmosfera come Gabriel's Song (che ha il passo della mitica House Of The Risin Sun), per arrivare a ballads e matrice folk-rock come This Morning, o country-rock, Josephine (lenta e di gran presa) Mulehead convincono. Come l'animale che hanno scelto come immagine, hanno il passo sicuro su ogni terreno.