Giovane singer-songwriter della scena di Austin, anni a farsi le ossa perlopiù solcando le scene in perfetta solitudine (cosa che alla fine si è rilevata piuttosto utile per la formazione e il rodaggio della sua scrittura) dopo un intero anno di gestazione, ha inciso il suo album d’esordio
Rollin’ Up my Sleeves co-prodotto insieme al batterista Ken Tondre con la partecipazione di Lloyd Maynes e musicisti di Bruce Robison, Pat Green e della scena locale di Austin.
La sua avventura è nata sul palco del Billy Bob’s texas a Fort Worth nel 2003, l’accoglienza, l’aver conosciuto altri artisti, una parola tira l’altra e nuove amicizie e conoscenze l’hanno convinto a formare una band, LiveWireDown che nel South by SouthWest hanno avuto modo di mettersi in mostra. Suono classico alla texana, un buon roots che lascia intravvedere le qualità di
Ryan Turner: ha girato parecchio per il texas (è nato a Gatesville), ha vissuto anche a Nashville per poi ritornare e stabilirsi a San Marcos dopo aver terminato gli studi universitari e le sue canzoni portano con loro questo girovagare.
Dalla scoppiettante e solare
My Days My Way èp un continuo susseguirsi di brani deliziosi anche se alcune ballate hanno troppa saccarina che si è portato con se da Nahville, parlo di
The Heart Has A Mind Of Its Own o il piano usato per
She's No Amy, molto meglio ad esempio con i sapori del country texano,
A Real Good Day o
Back In Your Arms.
Ma con i brani elettrici sembra togliersi di dosso quella patina da bravo ragazzo e il disco acquista punti in classifica, la bella
Julie's Gonna Dance,
My Side Of Town che è deliziosa e chitarristica o il country rootsato di
Same Old Thing che è più ruspante fino a
What's It Gonna Be e la title-track, fiere come la sua terra. Il ragazzo se lascerà definitivamwente da parte le scorie di Nashville regalerà sicuramente in avvenire ottimi cd, ma per adesso
Rollin' Up My Sleeves è un bell'assaggio.