MAGEE PAYNE (Giving Up The Ghost)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  26/05/2006
    

La luce dei riflettori su Forth Worth si accende col primo Ep chiamato Ceiling Fan Demo, ma quel songwriter di talento era conosciuto da un po’ tutti coloro che sentono il richiamo del logo della Texas Music doc ed infatti Magee Payne dispiega in fretta le ali col suo vero esordio Habits of the Heart, colmo di partecipazioni e contributi: dal countrymen Dub Miller alle chitarre di Steve Wedemayer e Matt Skinner fino ai CCR di Cody Canada.
Ma c’è soprattutto sostanza nella sua scrittura e nelle sue canzoni e quando arriva alla prova del nove con quest’ultimo Giving Up the Ghost, il giovane storyteller continua a non sbagliare un colpo. Chitarre elettrificate e voce da roots rocker di provincia come spiattella nella convincente apertura di A Way Away From You, saltellante con la slide subito protagonista mentre si chiede a Dio una risposta o un aiuto, dipende da come la rigirate, e si continua a perlustrare i confini di casa con Midnight Ride dal ritmo leggero ma con riff sempre vividi come saette nella notte che allo stesso tempo è capace di avvolgerti con la sua malinconia insiema al cello di Every Sip I Take che appartiene al lato introspettivo di Magee Payne, ma il cantastorie non si tira indietro e si fa valere anche quando l’alcol sembra poter annebbiare le idee, ma non quelle di un country-roots delicato come Whiskey For Your Friend (e birra per il ‘daddy’) dal dolce sapore, sarà la slide e la melodia ma al quel quadretto mi unirei volentieri, tutti a godersi il sole e ‘assaporando’ i valori più profondi della vita.
Set elettro-acustici sempre avvolgenti come Drift Off To Dream dove si continua a diffondere messaggi chiari e ‘provinciali’ quanto basta per farsi piacere da qualunque parte la si volti, ed ecco la conferma con la roccata Never Gonna Breathe e la più agreste Say Hello, con la pedal steel che cavalca una melodia splendida. La sempliciotta Be Your Man, almeno nei versi, è lontana mille miglia dalla grazie dell’incantevole Bottom Of The Glass, ma regna ovunque l’amore che ha tante facce, meglio quella di un looser col cuore spezzato con la chitarra per tirare avanti per esorcizzare la realtà o i cowboy che popolano un’altra ballata incantevole bagnata dal country come Return Of The Grievous Angel e proprio quei riff a volte riescono a tirare fuori dall’impaccio una She che perde per strada originalità ma che non intocca di certo il percorso di Magee Payne e dell’intero Giving Up the Ghost (che nasconde una bella versione di Sweet Carolina solo voce e chitarra, molto toccante).