I
Forty Five South li abbiamo conosciuti in occasione del loro primo album "
Too Much, Too Fast" del 2004 sottolineando qualità non comuni per questo quintetto originario del Tennessee ma con un occhio di riguardo al mercato discografico texano. E' soprattutto in Texas infatti che i Forty Five South hanno ricevuto ottimi riscontri di critica e di pubblico grazie ad una canzone godibile come "
Back Of My Truck" e ad un disco ricco e pimpante.
Con "
We're Country,So We Can", che già dal titolo promette grandi cose, i
Forty Five South non solo confermano quanto hanno fatto in precedenza ma vanno oltre migliorandosi sia dal punto di vista compositivo sia da quello dell'amalgama e della solidità del sound. Il lead vocalist
Ashley Bowers, che è anche il principale autore della band, è ulteriormente migliorato e ha acquisito in sicurezza e feeling mentre
Justin Tapley (lead guitar),
Phillip Lemmings (chitarra e mandolino),
Jonathan King (batteria) e
Seth Gordon (basso) completano una band dalle molte risorse. L'apertura di "
I'm Gonna Move On" mette subito in chiaro le intenzioni dei cinque ragazzi, un country rock che li affianca alle ottime band texane nate inquesti anni.
Con "
The Stuff I Grew Up On" i
Forty Five South raggiungono il top con il loro piglio fresco e brillante. Altri highlights di "
We're Country, So We Can" sono la convincente "
Heaven Only Knows", "
Lil' Red Riding Hood" cadenzata e con la presenza di un bel banjo (nelle mani di Jamie LaRitz), la nostalgica "
A Mile Away", "
Second Hand Life", "
Taste Of Class" e la delicata "
Seems Like Yesterday" con un bell'intreccio banjo/mandolino.
Un disco pienamente soddisfacente che è anche un grosso passo in avanti rispetto al pur ragguardevole esordio. Se amate band come
RandyRogers Band, Wade Bowen & West 84, Mike McClure Band e Cooder Graw potete andare sul sicuro. Buon ascolto!