I
Black Crowes come non li abbiamo mai visti. Sarà la location, il Fillmore East e San Francisco tutta, sarà l'entusiasmo che ha distinto tutto il tour partito un paio d'anni fa, sarà il ritorno a sonorità in cui sanno districarsi con uno stile unico, ma lo show dello scorso agosto riportato da
Freak 'N' Roll...Into The Fog è semplicemente strepitoso. Intanto la formazione dei Black Crowes con il rientro di
Steve Gorman alla batteria è tornata ad essere quella di
The Southern Harmony And Musical Companion, Amorica e
Three Snakes And One Charm.
L'eccezione è l'ottimo bassista,
Sven Pipien, che però ha seguito i Black Crowes da
By Your Side in poi, quindi un veterano, o quasi. La frontline è tutta nelle chitarre di
Marc Ford, che sfoggia un paio di baffi degni di Dickey Betts e un catalogo di chitarre impressionante, e di un concentratissimo
Rich Robinson nonché di
Chris Robinson.
Se mai ci fossero stati dubbi sulla leadership, lo show al Fillmore li spazza via: è lui a trascinare i Black Crowes, non solo con una prestazione vocale superba, ma anche con una presenza magnetica fatta di strambe danze, sorrisi, qualche battuta e molto savoire faire. Sullo sfondo, due coriste e una sezione fiati e quando lo show comincia con
(Only) Halfway To Everywhere i Black Crowes sembrano quello che sono: l'incrocio tra un'orchestra rhythm and blues e una rock'n'roll band portata alla psichedelia. Seguono
Sting Me e
No Speak No Slave da
The Southern Harmony And Musical Companion, due bombe di ritmo e di elettricità, con Marc Ford che comincia a scaldarsi.
Ma i Black Crowes fuggono dal wall of sound metallico degli ultimi tempi e nel corso di più di due ore di concerto offrono un'ampia selezione di sfumature, con un suono a metà strada tra
The Southern Harmony And Musical Companion e
Three Snakes And One Charm. Aprono il secondo set con una parentesi acustica (curiosa e molto interessante la versione di
Cursed Diamond, da
Amorica; bellissima quella di
She Talks To Angels da
Shake Your Money Maker), poi cominciano le jam che, con il supporto dei fiati, trasformano
Nonfiction, Hard To Handle e
Let Me Share The Ride in lussureggianti praterie dove cavalcano liberamente Marc Ford (soprattutto), Rich Robinson e Eddie Harsch al piano e all'organo.
Un capitolo a parte è la performance di Chris Robinson in
Hard To Handle che evoca, né più né meno, il fantasma del suo cantante preferito, ovvero Otis Redding. Il finale è devastante perché non sono ancora sfumati quegli echi da Congo Square che risuonano in
Let Me Share The Ride quando partono prima
Mellow Down Easy e poi un'esplosiva
Remedy. Resta solo l'ultimo encore con una corale e sublime
The Night They Drove 0l' Dixie Down.
Applausi. L'unico difetto è l'assenza di
Loving Cup degli Stones, un pezzo da novanta, ma con una qualità delle immagini eccellente (anche se le riprese dello show sono piuttosto statiche) Freak 'N' Roll..Into The Fog è il miglior certificato di sana e robusta costituzione dei Black Crowes che celebrano giustamente al Fillmore uno spirito ritrovato intatto. Sarà merito anche di Jerry Garcia la cui immagine appare giustamente ospite degli extra di Freak 'N' Roll...Into The Fog: si vedono i
Black Crowes a spasso per San Francisco, durante il soundcheck, nel backstage, in viaggio e mentre provano nuove canzoni.
Si attendono novità e l'aria che tira in casa Robinson sembrerebbe molto, molto interessante.