STILLHOUSE (Through the Winter)
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  Recensione del  26/04/2006
    

Stillhouse è un collettivo di musicisti che si è trovato, nel Gennaio 2004, in uno studio di registrazione della Carolina del Nord ed ha gettato le basi per questo disco. Un album, Throught The Winter, bello ed inatteso. Rock e radici, ma anche brani ruvidi, elettrici, piccole jam intense ed una forma cantautorale un pò fuori dagli schemi.
Innazitutto le presentazioni. Stillhouse è formato da Dave Wilson (voce e chitarra) e Greg Readling (pedal steel) entrambi nella band bluegrass Chatam County Line. Con loro suonano Johnny Irion (quello che va in giro con Sarah Guthrie, suo marito e partner), Jay Brown (bassista di Tift Merritt), Zekeh Hutchins (batterista con la Guthrie ed Irion, ed anche con altri). Come si vede un piccolo supergruppo, musicisti del circuito Americana, che si è divertito a registrare una manciata di canzoni dal piglio elettrico (Changes e la decisa Waiting to See), ma anche ballate di indubbio spessore, come Baby You Ain't Too Much, che da subito un segnale importante.
Le radici (The Band è uno dei punti di riferimento) si sentono in ballate come The Man Who Started It All oppure nella solida To Be Denied che ha un crescendo chitarristico coinvolgente, o il rock essenziale e secco di Home che richiama Ryan Adams. Ma in tutto il disco si respira aria creativa: Stillhouse è formato da gente che vuole uscire dagli schemi, con un album rock sano e ruspante. Niente di nuovo, forse è vero, ma un pizzico di creatività, tante buone idee e la voglia di fare musica per chitarre e poco altro, è già un sintomo più che positivo.
C'è un tocco di Sud, le chitarre sono sempre in gran spolvero e perfino Tom Petty si affaccia tra i riferimenti (It's The Shame). Interlude è una breve canzone con un piano classico che la guida, mentre il rock torna con la solida City Girl. Insomma Stillhouse è una ventata di sano e ruspante rock and roll, suonato in modo verace e cantato con passione.