MARTY STUART (Live at the Ryman)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  26/04/2006
    

Dopo avere pubblicato un eccellente album Country Music (2003) Stuart, forte di un nuovo contratto con la Universal South, ha elargito ai suoi fans altri due ottimi lavori, nel giro di un paio di mesi, alla fine dello scorso anno: Soul's Chapel e Badlands. Due dischi molto diversi, il primo dedicato al gospel country, il secondo ai miti ed alle leggende dei pellerossa, un omaggio alla lontana a Johnny Cash. Ma è con questo disco dal vivo che Stuart, uno dei migliori countrymen in attività, supera sé stesso e regala momenti di vera country music, eseguita in modo assolutamente tradizionale. Suonato in modo splendido da Fabulous Superlatives (una band acustica formata da da Marty Stuart, chitarra acustica e mandolino, Kenny Vaughan, chitarra acustica e voce, Harry Stinson, tamburelli e voce, Brian Glenn, basso e voce: qui aiutati da Stuart Duncan, violino, Charlie Cushman, banjo e dal grande Josh Graves, dobro e voce), il disco è una carrellata su cinquanta anni di musica country.
La tradizione della musica religiosa nel country, cioè il gospel ed il bluegrass, due cardini su cui si basa la vera musica country, vengono affrontati da Stuart in modo diretto e brillante. Ben servito dai Superlatives il nostro rivede classici come Orange Blossom Special, il brano bluegrass per antonomasia, Shuckin' The Corn, sfrenata square dance strumentale, Homesick, ballata venata di tristezza e nostalgia. Non mancano le ballate country di stampo classico come The Whiskey Ain't Workin' Anymore oppure l'arcinota The Great Speckled Bird. Ma sono gli strumentali, gli intro delle canzoni, che mostrano la maestria della band e la volontà di improvvisare continuamente: gli strumenti si incrociano, lasciando spazio talvolta alle voci, ma poi continuano a danzare senza freni. Sintomatica in questo senso è la nota Mr John Henry, The Steel Drivin' Man.
Poi entra in scena Josh Graves, uno dei maestri del dobro, allievo di Bill Monroe, e la musica si alza ancora di più in qualità. Ritmo sempre acceso, strumenti che si inseguono, la voce sicura di Marty che lascia spazio a Josh ed ai suoi compagni di ventura. The Great Speckled Bird è struggente e splendida: una delle canzoni più belle della tradizione country, e la resa di Stuart e soci è persino commovente. Chiusura con la veloce Sure Wanna Keep My Wine, le improvvisazioni a tempo di country 'n' roll di Walk Like That (un countrybilly assolutamente godibile) e la famosa Hillbilly Rock, che mischia ritmo e feeling. Un concerto in cui Stuart affronta i vari generi che ha sempre suonato, alternando antico e moderno, ma mantenendo il suono più che mai legato alla tradizione.