Un volto nuovo che si affaccia nel vasto mondo della country music: si tratta di
Todd Fritsch, un giovanotto texano che approda sui nostri cd-player con questo suo omonimo lavoro che, pur non presentando nulla di inedito o rivoluzionario, riesce a essere gradito e stimolare interesse. Parlando di country music appare ovvio che oggi come oggi non c'è molto da aggiungere a quanto sia già stato espresso, se poi volgiamo lo sguardo alla scena statunitense possiamo osservare che ogni giorno ci sono centinaia di facce sconosciute che bussano alla porta; che cosa avrà in più rispetto agli altri candidati il giovane cowboy
Todd Fritsch?
Quello che appare chiaro è che non ha alle spalle una business organization alla Garth Brooks, il suo look è abbastanza anonimo, quello che gli resta è una genuina e sincera passione, una sincerità espressiva e una dignità che travalica sbarramenti e misurazioni; il suo è un sound senza tempo eppure così contemporaneo, che nasce dalla più rigorosa tradizione, ma che riesce ad essere vivo & riabilitato. È musica country sostanziale, rigogliosa e schiettamente diretta: semplicemente classica old country music che si muove sui binari e sulle piste maestre delle guide precettrici e nulla più.
Il ragazzo arriva dal south Texas, nella sua valigia ha un paio di manufatti sonori a diffusione locale, una vetusta maglia scolastica da basket e un paio di logori stivali da cowboy (souvenir degli anni nel ranch di papa); al suo fianco un pugno di compadres che corrispondono a Robby Springfield (guitars & steel guitar), Tim Crouch (acoustic guitar, mandolino & violino), Mike Kennedy (drums), Allen Huff (piano & accordeon) e Doug DeForest che, oltre che suonare basso e contrabbasso, si occupa della produzione dell'album. Apre le danze l'accattivante e dinamica
I Got Mexico, un remake di Eddy Raven che si propone come singolo trainante del disco, destinato a girare frequentemente nelle radio del Lone star state a cui fa seguito
Small Town Radio, una strong track dalla bella melodia che tratta di sentimenti e way of life in una piccola smalltown di provincia.
I Don't Live Here Anymore è un'intensa slow ballad di Brian Burns con violino e steel sullo sfondo, emotivamente coinvolgente.
Walk Softly On The Bridges si muove su onde consueti e gentili,
Memory Do You Thing è mossa e vivace, con un bel break di piano, un violino radiale e un'anima texican che si muove in circolo tra briciole honky tonk, schegge swing & adocchiamenti rock'n'roll.
Dancing In The Rain è una dolce ballata con le tonalità del tramonto e i sentimenti spalancati mentre
Friends Behind Bars ha granulose movenze honky tonk e affronta il piacere di una sana bevuta il venerdì sera dopo una settimana di duro lavoro.
Bob Wills Song è deliziosamente piacevole, con un andamento mid time dagli ingredienti giusti è vicina (per atteggiamento) a certe cose di Mr. Yoakam, ma anche a cento altri.
First Date (for the last time) e
Corpus Christi Callin' sono due ballate gradevoli e suggestive quanto basta, sufficientemente zuccherate, ma non per questo uggiosamente moleste. Infine, in chiusura, Todd dedica la pregevole
Cowboy Legacy a Chris LeDoux, una song da manuale, riuscita celebrazione della più classica scrittura di una country song.