DARDEN SMITH (Field of Crows)
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  Recensione del  17/01/2006
    

Nono album per Darden Smith, autore che ormai è entrato a pieno titolo nel novero dei nostri amici, i quali con puntualità ci vengono a trovare, entrano nelle nostre case in punta di piedi, senza particolari effetti speciali, ma ci consegnano il loro storytelling garbato e nel frattempo ricco di spunti di riflessione, di solito accompagnato da melodie e soluzioni musicali che catturano la nostra attenzione ascolto dopo ascolto.
Non fa eccezione questo Field Of Crows che si presenta omogeneo, magari sprovvisto di canzoni killer ma che, al pari di una succulenta coppa ai frutti di bosco, dopo un primo impatto mono sapore ad ogni assaggio ci permette di riconoscere le varie bacche che compongono il blend. Darden, mi convinco sempre ad ogni prova, è il meno texano dei cantautori di questo stato, infatti dobbiamo cercare la sua linea stilistica più a nord e comunque sulle due coste e mi riferisco ad accostamenti a Jackson Brown piuttosto che a Bruce Cockburn.
Chiaro riferimento al cantore di nelle iniziali Talk Me Down e Mary come nella conclusiva All That I Wanted mentre in Any Way il passo della canzone, come pure la voce (davvero incredibilmente simile nel ritornello), richiamano brother Jackson. Solo Satisfied è in linea con il marchio Texas e ci si accorge che Smith paga il tributo a Guy Clark e Townes Van Zandt, bel brano che comunque non manca di personalità propria.
Proseguendo spediti incontriamo: Wide Open, soffusa ballata dai toni autunnali, con richiami allo Young di Harvest, la title track Field Of Crows delicato mid tempo che vede il nostro esprimere al meglio le delicate qualità vocali e la sensibilità interpretativa. It Takes Two rimanda al Don Henley solista ed è uno dei brani più belli, dall'incedere carico di pathos musicale, vede Darden applicarsi alle keyboards dimostrando la sua versatilità anche come polistrumentista.
Spero di aver solleticato il vostro interesse, sicuro che la stella in più la aggiungerete personalmente, come dicevo sopra, al palesarsi delle canzoni dopo qualche ascolto.