BRUCE SPRINGSTEEN (Born To Run - 30th Anniversary Edition)
Discografia border=Pelle

             

  Recensione del  14/12/2005
    

I trent'anni di Born To Run vengono festeggiati con un box contenente la rimasterizzazione in cd dell'album e due dvd, il primo Wings For Wheels: The Making of Born To Run e il secondo riportante il concerto della E-Street Band all'Hammersmith Odeon di Londra il 18 novembre del 1975. Un box di notevole interesse che permette di recuperare una performance per troppo tempo tenuta negli archivi, primo concerto di Springsteen in Europa ed evento storico rappresentativo di un'epoca. Cominciamo dal cd. Born To Run è un capolavoro ma dal punto di vista della qualità tecnica di registrazione non è irresistibile avvalorando la tesi per cui i dischi di Springsteen non sono registrati in maniera impeccabile.
Ci sono dischi come The River la cui resa sonora è scadente, il suono è opaco e impastato e quando verrà fatto sarà arduo il lavoro di pulizia in sede di rimasterizzazione. Il master originale è quello che è e non ho mai capito se questa poca brillantezza è frutto di un cattivo lavoro di studio, ma mi rifiuto di credere ad una ipotesi simile conoscendo la pignoleria di Bruce e il mestiere dei vari Jimmi Iovine, Bob Clearmountain, Chuck Plotkin e Toby Scott oppure una precisa e voluta scelta di tenere un basso profilo sonoro per soddisfare le esigenze di un rock urgente, aspro, sporco e stradaiolo.
Anche i Rolling Stones lavorano in questo senso, visto il tipo di musica cruda e sanguigna che suonano ma le rimasterizzazioni riescono un po' meglio, anche nel caso di Exile On Main Street la cui "confusione" sonora è proverbiale. Nel caso dell'edizione per il trentennale di Born To Run le cose sono migliorate, sia rispetto all'album originario e alla prima trasformazione in cd col metodo "half speed" e sia rispetto al cd della serie MasterSound del 1996 con cui la Columbia Legacy per mano di Bob Ludwig pulì il master col rivoluzionario sistema "super bit mapping" a 20 bit. Ma il risultato ottenuto oggi non è di quelli da far gridare al miracolo, cosa invece successa tanto per stare in casa Columbia, con le riedizioni SACD audio di Bob Dylan. Curata da Bob Ludwig la rimasterizzazione propone il capolavoro originale con maggior limpidezza e incisività sonora ma il dilemma rimane.
Il cd è accompagnato da un libretto fotografico di 48 pagine a colori e in b/n comprendente alcuni scatti inediti e una introduzione dello stesso Springsteen che purtroppo è la stessa che compare nel libro Songs del 1996. I novanta minuti del rockumentario Wings For Wheels (fu il primo titolo provvisorio di Thunder Road) raccontano la storia attorno alla realizzazione di Born To Run narrata a mò di viaggio da Springsteen con l'intervento dei protagonisti e con spezzoni, immagini, filmati e provini dell'epoca intervallati dalle dichiarazioni, dalle riflessioni e dalle emozioni di oggi. Ci sono i sottotitoli in italiano e questo aiuta molto.
Un montaggio curato e ben fatto, con un ritmo appropriato per un disco di rock. Strutturato a capitoli, Il Viaggio, Sotto Pressione, Born To Run, Una Nuova Band, Lo Studio, Il Missaggio, L'Uscita dell'Album, Il Lancio Pubblicitario, La Fine del Viaggio, il rockumentario si addentra in modo interessante e dettagliato, con ricchezza di curiosità ed informazioni nella creazione di quel disco, dando voce a Springsteen e a tutti i membri della E-Street Band compresi David Sancious ed Ernest "Boom" Carter, i produttori Mike Appel e John Landau e l'ingegnere del suono Jimmy Iovine. Un racconto un po' romanzato che riesce a cogliere gli umori del tempo, le motivazioni e la grande fatica nel realizzare il disco e il cuore che pulsa dentro quella musica e quelle canzoni.
Il regista è Thom Zimny, lo stesso collaboratore di Live In NYC e Live In Barcelona e la fotografia è di William Rexer. Molto significative le parti riguardanti le pressioni della stampa, l'ambivalenza del successo, le parole con cui Bruce dice di averlo gestito non tradendo le proprie radici e le proprie origini e divertente lo spezzone riguardante l'accoglienza londinese nel novembre del '75 con la città tappezzata di manifesti con la scritta "Londra è finalmente pronta per Bruce Springsteen". Ci sono immagini esclusive di Springsteen al pianoforte e in versioni acustiche dei brani, la storia della sua chitarra e della copertina e tanti altri particolari che rendono il film godibile e non banale.
Ciliegina sulla torta di Wings For Wheels è l'esibizione dal vivo all'Ahmanson Iheater di Los Angeles del 1973 di una primitiva E-Street Band con Vinnie Lopez alla batteria. Un reperto archeologico di tre brani che provengono da una convention organizzata dalla Columbia mai commercializzato ma offerto a importanti reti televisive per speciali trasmissioni sull'artista. Sono Spirit in the Night con band impegnata attorno a uno Springsteen pianista, Wild Billy's Circus puro folk per sola chitarra acustica e Thundercrack una piccola chicca con un Danny Federici cappellone scatenato all' Hammond.
Il boccone prelibato di questo box è però il concerto dell'Hammersmith, due ore e dieci minuti di film e musica che costituiscono l'unico show integralmente pubblicato fino ad oggi legato ai primi venticinque anni di Bruce e della E-Street Band. Con un lavoro meticoloso Thom Zimny e il suo team hanno ripulito i negativi originali e hanno digitalmente restaurato tutto il materiale girato, regalandoci lo storico primo concerto in Europa. Pur essendo il 1975 il concerto è stato ripreso a telecamera multipla con riprese da più angolazioni, la visione è quindi piacevole e affatto noiosa anche se, comprensibilmente, alcune immagini hanno una definizione un po' a grana grossa e i toni bluastri sono prevalenti.
Ma la musica ripaga di questi trascurabili inconvenienti, il produttore Bob Clearmountain ha rimasterìzzato e rimixato il dvd sia in versione stereo che in audio 5.1 (Dolby Surround) e il concerto è una vera delizia. In questo show di sedici brani si respira quell'euforia giovanile e quell'energia che emanavano i concerti di Springsteen degli anni 70, la spasmodica ricerca di uno status di rocker ancora da conquistare attraverso show che cominciavano ad essere dei piece de resistence.
L'apoteosi sarà nel 1978 con i kilometrici e devastanti concerti di Darkness ma già qui si respira un'aria che gli altri set di rock dell'epoca non avevano, se si eccettua forse i Led Zeppelin. In particolare questo di Londra del 18 novembre 1975 vede una E-Street band rifinita solo da qualche mese visto che Miami Steve Van Zandt aveva "debuttato" il 20 luglio ma lo show è intenso, euforico, esaltante, nonostante le perplessità dietro le quinte di Bruce che ritornerà a suonare nello stesso teatro solo sei giorni dopo con uno show che Peter Gabriel ha definito il più grande mai visto dopo quello di Otis Redding. Improvvisazione, grande entusiasmo, spontaneità, meno grandiosità, potenza e perfezione rispetto ai concerti dello Springsteen adulto del post Born In The Usa ma una colata di vitale energia, una bruciante immediatezza e un rocker nel pieno della sua esuberanza e delle sue forze fisiche, ancora magro e spiritato ma già prigioniero del rock n'roll con quel suo look da strada con "chiodo" di pelle e berretto di lana. Il sound della E-Street Band non è così chitarristico come diverrà poi, Bruce suonava di meno la chitarra che era compito del solo Miami Steve e in alcuni brani si accompagnava col piano.
In parecchi brani era solo il cantante di una rock band che eruttava un suono carico e denso, intriso di soul e R&B che in brani come The E Street Shuffle, Kitty's Back, Spirit In The Night Tenth Ave. Freeze Out e Rosalita sfociava in un jamblues in cui si sentivano gli echi di Van Morrison e del city soul di Isaac Hayes, il jazz tinto di latin e l'orgiastico Asbury Sound delle band del Jersey shore. Una miscela che mostrava un lato notturno nelle ballate ed esplodeva in un contagioso soul-rock quando la band suonava da allegra brigata.
Tracce da ricordare in questo dvd ce n'è più di una, innanzitutto Kitty's Back una delle hightights dello show, lunga, jammata, torrenziale, col suo sound fluido che accenna a Moondance e ruota attorno al pianoforte e alll'Hammond, al sax di Clemons e all'assolo di chitarra di un selvaggio Bruce Springsteen. Poi It's Hard To Be A Saint In The City nervosa e punky con un grande sferragliare di chitarre e sax, la solita festosa Rosalita col suo teatrino, il lungo intro jazzato di Spirit In The Night con Bruce che canta senza chitarra e sembra un giovane guappo italoamericano tipo Al Pacino di Serpico e Lost In The Flood in cui Bruce piegato sulle ginocchia canta con tutta la "bibbia" che ha in corpo mentre Little Steven con cappello e abito alla Tony Manero fa il primo assolo di chitarra dello show.
C'è anche tanto Born To Run, il disco pubblicato solo da qualche mese e responsabile della febbre creatasi a Londra per l'arrivo di Bruce e la band. Lo show inizia con una drammatica Thunder Road di sola voce e piano, pelle d'oca e un inciso di armonica nel finale, Shes The One è sporca e nervosa e sciorina il primo di una irresistibile sequenza di duetti Bruce/Miami Steve abbarbicati con chitarra all'asta del microfono, Born To Run non è memorabile come in altre versioni ma fa la sua figura, Backstreets è una ballatona rock con un inizio da brividi e Jungleland è quasi messianica, lo stesso Bruce è rapito dal lirismo del sax e rivolge lo sguardo al cielo con occhi chiusi. Infine il finale, prima la crepuscolare e accorata Sandy e poi la Detroit Medley con cui noi springsteeniani di prima generazione siamo diventati grandi.
Puro devastante rock n'roll nel segno di Mitch Ryder con le velocità della Motor City e la sequenza mozzafiato di Devil With A Blue Dress/ Good Golly Miss Molly/CC Rider/ Jenny Take A Ride, roba da stendere anche un cavallo. Siamo solo nel 1975 ma i Clash e il punk potrebbero anche non nascere. Una pausa con For You al piano e voce e poi via ancora col rock n'roll, questa volta Quarter To Three di Gary Us Bonds che Bruce omaggiava prima di ripescarlo dall'anonimato e produrgli due album all'inizio degli anni ottanta. Il microfono esplode e così anche il pubblico di Londra.
Questa è la E-Street Band del 1975, un peccato non averla vista dal vivo. Ed ero già nato da un bel pezzo.