Kelly Pardekooper è un (ex) cantautore che ha le sue radici fortemente piantate nell' Iowa, lo stesso territorio che ci ha dato musicisti del calibro di Greg Brown, Bo Ramsey, Jason Reed, Dave Moore e David Zollo. A soli 32 anni Kelly ha debuttato con un disco cantautorale,
30 Weight ('88), che gli ha procurato critiche lusinghiere e l'attenzione di qualche casa discografica. Poi, per supportare il disco, Pardekooper prima ha cominciato ad esibirsi con un chitarrista (Busch), poi ha formato una sua band ed ha continuato a girare lo stato.
La band è cresciuta, si è costruita un solido suono in cui confluiscono elementi americana, country, folk e rock ed è diventata uno dei migliori act di alternative country che l'immensa provincia statunitense continua a proporre. Il nome di Pardekooper e Devil’s House Band è cresciuto rapidamente. La band è formata da
Dustin Busch, chitarra elettrica, slide guitar,
Atom Robinson, basso,
Matt Winegardner, batteria. Il gruppo ha poi firmato per l’indie Trailer e le sessions sono state prodotte da David Zollo, che partecipa anche al disco in veste di ospite, assieme al guitar wizard Bo Ramsey ed a Marty Letz e Bard Townsend. Un suono rock, chitarristico e vigoroso, dieci composizioni robuste che confermano la bravura del gruppo ed il valore dell'autore.
Pardekooper è cresciuto parecchio dal punto di vista della scrittura, mentre il supporto arcigno della band rende le sue canzoni più adatte ad un pubblico rock che ad una platea roots. Se
Fly to The Wall è solo una canzone solida, la seguente
Compromise mostra il talento, sia come cantante che come autore, di Pardekooper: una melodia limpida, una ballata fluida, suonata in modo scintillante dalla band, con il piano di Zollo in bella evidenza.
Compromise definisce il suono del disco e fa capire che i ragazzi dell'Iowa fanno sul serio.
Kin sta tra blues, rock e radici, ha un suono vibrante ed è cantata con partecipazione: ma, pur essendo un brano molto elettrico, non manca il fondo cantautorale che ne ha creato le basi.
La scrittura di Kelly è fondata su basi folk e il tessuto rock non fa che acuire le melodie e dare loro una maggior forza.
Mrs Brown sintetizza questa corrente di pensiero, con l'armonica che si lancia sopra un suono chitarristo solido. Più lenta, con un tocco nostalgico,
Upside Down conferma la bravura del gruppo e l'affiatamento tra i vari strumentisti: il leader canta con voce più morbida.
Waterloo è solida come la roccia, intro chitarristico duro, basso e batteria vibranti: una composizione che fa sicuramente effetto dal vivo. Anche
Young American ha una struttura simile, mentre
Sunday Afternoon è più leggera e melodica, con un beat disossato.
Long White Dress è diretta, un rock 'n’ country con le palle.
Chiude la lunga, riflessiva, notturna
Johnson County Snow, dove la band scioglie le tensioni e lascia fluire una melodia intensa, abbellita dall'uso della steel guitar e dalla doppia voce di Mara Mc Cann. Degna chiusura per un disco dai sapori forti.