Tom Petty, Squeeze, Elvis Costello, Walter Clevenger, Marshall Crenshaw, Nick Lowe, Beatles, Rockpile, Dave Edmunds, Brinsley Schwarz. E la lista potrebbe continuare a lungo.
Eugene Edwards è un giovane musicista originario dell'Arizona, ma residente da tempo a Los Angeles, che fa del pop rock diretto e chitarristico. Pur essendo all'esordio Eugene mostra un talento compositvo niente male e rocca e rolla con gusto e personalità. Ascoltare
My Favorite Revolution è come fare un tuffo rigenerante nel rock di gruppi come Rockpile.
Composizioni dirette, chitarristiche, pulsanti, decisamente godibili. Niente di cervellotico: le melodie scivolano, le chitarre tuonano, la sezione ritmica macina. E le canzoni, 14, si ascoltano tutte d'un fiato. Dal riff assassino di
It Doesn't Get Better Than This, che mette a confronto Petty e Beatles con un tocco finale alla Beach Boys, alla solida
Your Own Nightmare, alla potente
Congratulations My Darling, che sarebbe andata a nozze nel mitico disco dei Rockpile.
Edwards mostra di sapere tenere alta la tensione di scrivere canzoni con un filo logico, di mischiare antico e moderno senza strafare. Prodotto da
Dave Peterson, il disco si avvale di musicisti sconosciuti, ma preparati: Mike Sessa, John Hoskinson e lo stesso Dave Peterson. Eugene cura le parti vocali e suona la chitarra.
At Your Place, dal ritmo forsennato,
The Next Time You Go, rilassata,
All About You, dotata di un riff di chitarra poderoso che richiama i classici del rock,
Victime at bedtime, My Favorite Revolution e la finale
Permanent One sono altre canzoni degne di attenzione. Un disco dal suono chitarristico che piacerà agli amanti del pop vero, agli orfani di Lowe ed Edmunds ed a chi ha amato Costello nel suo periodo più rock.