AMERICAN AMBULANCE (Street of NYC)
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  Recensione del  24/10/2005
    

Roots rock dalla Grande Mela con gli American Ambulance, secondo una tradizione un po' anomala che negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare: non sempre infatti il cuore dell'Americana sound pulsa all'interno della provincia.
In passato avevano precorso i tempi i Del Lords di Eric Ambel, poi quest'ultimo si era messo a produrre una infinità di rock'n'roll band e il messaggio aveva raggiunto i destinatari. Recentemente poi la stagione dell'alternative country aveva conosciuto l'ironia e il coinvolgimento degli Hangdogs (l'ex Automatic Slim è presente qui alla pedal steel).
Nel ricambio generazionale è il turno degli American Ambulance, un quartetto di Brookiin che approda al quarto lavoro, preceduto dall'interessante Stray due anni fa e dal mini (solo sei canzoni) All Over the Map, pubblicato nel 2004. Sempre prodotti da Hugh Pool, gli American Ambulance fanno un salto preciso nei territori del rock'n'roll più stradaiolo, portando a termine quello che nelle loro stesse intenzioni è una sorta di ode alla New York eccitante e "drogata" degli anni 70, alle sue strade della perdizione, seppure riletta attraverso la sensibilità più rurale e tradizionalista della band.
Non è insomma un disco figlio del punk o della blank generation di Patti Smith, Television e Richard Hell, ne tanto meno un travestitismo rock alla Lou Reed: Streets of NYC è piuttosto una raccolta di torrido rock delle radici, con omaggi agli Stones (Down in The Basement) e qualche spezia di southern rock (Won't be Home Tonite), che ricorda molto nell'approccio formazioni come i Bottle Rockets. Pete Cenedella, leader del gruppo insieme a Scotty Aldrich (chitarre), possiede una voce un po' anonima, ma interpreta il genere secondo le regole: è rock chitarristico che fa piacere non vada in estinzione (Down in the Basement, Waiting to Happen), dove il puzzo di benzina e i luoghi comuni di Don't You Like Rock'n'roll e Leave this City faranno anche sorridere, ma recuperano un certo immaginario, mettendo al centro l'amalgama dei musicisti e la convinzione di dover suonare per una cassa di birra o poco più.
Oscillando tra i piaceri di un rock'n'roll molto sbilanciato verso il passato (Bad Moon Over Brooklin), incrocio di chitarre al limite dell'hard rock con piano ed organo (l'ospite Brian Mitchell) sempre presenti, ed un country rock più pastorale (Shimmering Rain) che non disdegna vere e proprie fughe verso la campagna (l'honky tonk di First One of a One-Too-Many Night), la musica degli American Ambulance non si preoccupa delle mode e tiene alta la bandiera delle mille bar boogie band che popolano l'America più defilata.
Rispetto alla media sembrano possedere una compatezza che li distingue dai tanti rivali: sarà per questo che Streets of NYC ha raccolto molti consensi e si è mosso con una certa dimistichezza nelle programmazioni Americana di questo 2005.