CORNDADDY (Corndaddy)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Corndaddy è un quintetto guitar oriented che arriva da Ann Arbor, Michigan. Hanno il rock nel sangue e lasciano andare bellamente le proprie chitarre. Il punto di riferimento per la loro musica sono gli Uncle Tupelo, fonte di ispirazione fondamentale per decine di giovani bands. La band è formata da Jud Branam, chitarra ritmica e voce, Kevin Brown, chitarra solista, mandolino, armonica, voce, Jerry Hancock, basso, Alan Pagliere, pedal steel e banjo, Will Stewart, batteria, voce.
Formatisi nel 1988 hanno iniziato suonando canzoni di Bob Dylan e degli Uncle Tupelo ed hanno creato un suono che sta giusto a metà tra il country di Bakersfield (Buck Owens e Dwight Yoakam) e Liverpool, senza dimenticare Nashville. Un suono elettrico, tra rock e country, con belle voci aperte, melodie terse, chitarre in tiro e sezione ritmica accesa. Il resto lo fanno le canzoni. Il leader è Kevin Brown e la band dal vivo, secondo almeno le cronache locali, è fantastica. La band ha poi sviluppato un sound elettrico che li pone esattamente a metà tra i primi Jayhawks e gli Old 97's.
Sleeping Outside Omaha è puro Uncle Tupelo: una bella steel, ritmo tagliente e due voci a tessere la melodia, mentre le chitarre sferragliano. Daylight ha un ritmo veloce, la chitarra crea l'introduzione, ma poi le voci mutano di botto la melodia che diventa un country rock di matrice urbana. Friday the 13th è una ballata lineare: belle armonie vocali ed un motivo country rock, in cui fa bella mostra il banjo, che non sfigurerebbe nel repertorio della Nitty Gritty Dirt Band.
L'intro di Never Say When è potente, roccato e vibrante: poi la canzone si sviluppa sulle due voci, con una chitarra molto diretta che crea la base, mentre il brano cattura un tema rock 'n' country che è un po’ la matrice sonora del gruppo. Wanderlust è country puro, pulito, secco: niente ripensamenti, solo ritmo ed una melodia che si acchiappa sin dal primo ascolto. She Is Darkness è più intima, ma mantiene sempre il ritmo alto. Un gioco di chitarre acustiche apre l'evocativa Too Late To Follow, in cui si sente la lezione dylaniana. Rumblestrip è puro country: ballatona d'effetto è dotata di una armonia accattivante ed un train sonoro coinvolgente. Tra le migliori del disco. Soo Line Train è fluida, molto scorrevole, Landfill Mountain più elettrica e decisamente rock. Chiudono un disco sorprendente e godibile Just in It For The Money, Peace of Mind e Trying to Say.