RICHMOND FONTAINE (Winnemucca)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

A tre anni di distanza da Lost Son (Cavity Search, 1999), i Richmond Fontainetornano in studio per Winnemmucca, album costruito attorno al solito sound Alt-Country, qui in veste minimalista, trasudante di american life ed evocativo di suoni troppo spesso dimenticati.
Progetto nato attorno a Willy Vlautin, storyteller capace ed impareggiabile, Winnemucca è in grado di far compiere balzi incredibili fra la West Coast di Late For The Sky (grazie alla pedal steel di Paul Brainard per Winner's Casino e 5 Degerees Below Zero), capolavoro di Jackson Browne datato 1974, e la provincia tanto cara ai vari Farrar e Tweedy, accantonando a tratti il No Depression, per lasciare spazio a testi diretti e ad inframezzi strumentali degni del Neil Young più acido (Patty's Retreat).
Nato dall'esperienza vissuta in una cittadina del Nevada (Winnemucca appunto), l'album offre l'alternanza fra spaccati folk (come Out Of State, Santiam), ballate notturne e provinciali (Glisan Street e Somewhere Near) e rock minimalista, orchestrato da una chitarra elettrica, una voce fragile, tronca e sospesa fra arpeggi elettrici, pedal steel e batteria (Northline). Con una sorta di quiet sound basilare ed uniforme, i Richmond Fontaine riescono, senza alcun picco di ritmo, a focalizzare e mantenere vivo l'ascolto verso atmosfere periferiche e crepuscolari, fatte di highways, runaways (fuggitivi), e losers (perdenti), per un remake musicale di O Brother, Where Art Thou? Del nuovo millennio.