TED RUSSELL KAMP (North South)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  02/10/2005
    

Personaggio non del tutto sconosciuto, incrociato di sfuggita proprio questa primavera nell'esordio di Shooter Jennings: Ted Russell Kamp è infatti bassista a tempo pieno nei 357's, la band di supporto al figlio di Waylon nel debutto Put the O Back in Country e oggi in tour per gli States. A margine di questa attività, certamente più redditizia ed esposta alle attenzioni dei media, visto che il disco di Shooter è uscito per il colosso Universal, Kamp manda avanti i suoi sogni di gloria con una carriera solista ai primi passi. Un songwriter a tempo pieno in ogni caso, che già in occasione del citato Put the O Back in Country ha donato all'amico Jennings il piccante southern-rock di Steady at the Wheel, provvidenzialmente ripreso all'interno di questo pregevole North South, sintesi della sua vita vagabonda tra New York, dove è nato e cresiuto, e la costa Ovest, tra Seattle e Los Angeles, dove risiede attualmente.
Un lavoro fuori dalle sacche del solito dilettantismo Americana e alternative country, con qualche aspirazione da prima serie ed un solido songwriting che permette al giovane Kamp di sguazzare nella storia del country-rock, prendendo come musa ispiratrice gli anni settanta e tutta l'esperienza del rock delle radici, tra le incontaminate armonie di Gram Parsons, il rombare elettrico dei Lynyrd Skynyrd e la sostanza soul della Band. Questi a grandi linee i capisaldi di una manciata di brani ben costruiti e suonati con dovizia di particolari da una pletora di ospiti, amici riuniti in studio dallo stesso Kamp.
Evidentemente la sua lunga militanza nelle retrovie come sessionist, in quelli che ama definire i suoi "L.A. years" da musicista, hanno permesso a Kamp di assicurarsi i servigi di Eugene Edwards e Rob Bonfiglio (chitarre), Eric Heywood (pedal steel), Chris Brown (wurlitzer), Bart Ryan e Travis King (slide guitar) ed un altro centinaio di personaggi di passaggio, anche solo per una fugace apparizione ai cori.
Il risultato non è per nulla raffazzonato, semmai molto duttile nel cogliere ogni sfumatura della sua scrittura, capace di balzare dal corposo roots bagnato di southern soul di Blue Eyed Soul e Still Can't Say alla ballata country dai modi spicci e indolenti di The Arms of a Stranger e This One Horse Town, dal country rock sobbalzante di Daughter of Temptation al rock'n'roll un po' rimaticato di One More Chance (forse l'episodio più debole e caricaturale) fino al citato southern rock al pepe di Steady at the Wheel, clima paludoso e chitarre elettriche in prima linea. L'insistenza ad infilarsi per le strade sconnesse e polverose del Sud trova una giusta sintesi proprio nel finale, con la corale, classica al primo istante, Whiskey Row e la più irrequieta High Time. Tra le migliori giovani promesse della categoria outsiders 2005