GRAHAM PARKER & THE RUMOUR (At Rockpalast) DVD
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  Recensione del  29/09/2005
    

Nella seconda metà degli anni '70 Graham Parker & The Rumour sono stati uno degli act più esplosivi ed eccitanti della rinascente scena rock inglese. Parker è stato il personaggio capace di creare una miscela musicale effervescente e vibrante, che inglobava forti pulsioni rythm'n'blues e rock'n'roll, le contaminava con i ritmi giamaicani del reggae e con un forte afflato cantautore, condiva il tutto con un'innata vena melodica ed innestava l'energia della nascente scena punk. Con tutto ciò, anticipando gli altri giovani inglesi della sua generazione, come Elvis Costello e Joe Jackson.
Il DVD in questione, della benemerita serie At Rockpalast, comprende due diversi concerti di Parker con i Rumour, registrati rispettivamente al WDR Studio L di Colonia il 23 gennaio 1978 ed alla Grugahalle di Essen il 18 ottobre 1980. È inutile dire che si tratta di un'occasione imperdibile per poter godere, finalmente anche visivamente, di due performance relative al periodo più fortunato e più valido di Parker che era, all'epoca, una delle grandi promesse/realtà della fiorente nuova scena rock. All'inizio del 1978 il nostro veniva da un periodo frenetico in cui aveva, in soli due anni, pubblicato ben tre dischi di altissimo livello come Howlin' Wind, Heat Treatment e Stick to Me ed infiammava il pubblico con il suo pub rock anfetaminico e vibrante, coadiuvato da una sezione fiati incandescente, tanto da scomodare paragoni con il giovane Springsteen o con il Van Morrison più energico e r'n'b.
Il concerto del 1978 è in questo senso senz'altro il più significativo, tanto che tutti i brani sono assolutamente memorabili, con un mix di atmosfere che aggiornavano quelle dei vecchi Brinsley Schwarz con il sound irruente e birroso dei Dr. Feelgood. L'iniziale Heat Treatment è già un pezzo killer, con il riff della chitarra del grande B. Schwarz ed i contrappunti della sezione fiati a dare la carica al piccolo Parker, dalla voce rauca e graffiante. White Honey è un rythm'n'blues swingante, dalla grande melodia, con l'hammond a tessere ed i fiati a tenere caldo il ritmo, mentre l'assolo di B. Schwarz è come al solito la ciliegina sulla torta. La band che accompagna Graham Parker in questa prima apparizione al Rockpalast è quella dei primi tre dischi citati.
I Rumour (tutti musicisti già ampiamente rodati nella cosiddetta scena "pub rock" in band di grande qualità come gli stessi Brinsley Schwarz ed i Ducks Deluxe) sono al completo con le due chitarre di Brinsley Schwarz e Martin Belmont, le tastiere di Bob Andrews, il basso di Andrew Bodnar, la batteria di Steve Goulding e la sezione fiati composta da tromba, trombone e due sax. Soul on ice è un altro grande brano, caldo e vibrante, dal ritmo saltellante e con continui cambi di tempo e la solita bella melodia. Back to Schooldays è un rock'n'roll tirato, mentre Heat in Harlem è lo splendido rythm'n'blues fiatistico che stava su Stick to Me.
L'intreccio tra il riff della chitarra ed i contrappunti degli ottoni è magico e quando la canzone si evolve in un ipnotico e rovente reggae i fiati vanno a saturare l'atmosfera tanto che si è immersi completamente nei meandri di uno degli act più eccitanti di un'epoca che diede ancora molto agli appassionati rock. Il pezzo sembra non dover terminare mai, con continui crescendo e ripartenze, mentre Parker conduce le danze e la tromba si produce in un assolo caldissimo nel rovente finale.
Fool's Gold (nei titoli del DVD il titolo è erroneamente invertito con il precedente) è ancora trascinante, con un intermezzo di piano, la chitarra da brividi ed un crescendo finale a più voci, mentre i due sax impazzano. Watch the Moon Come Down è un altro lungo brano da Stick to Me, dall'inizio discorsivo voce/batteria, trilli di piano e la chitarra di Schwarz che introduce il riff. Il pezzo cresce fino all'assolo di hammond e a quello di Belmont all'elettrica. Segue una sempre tesa ed appassionante Thunder and Rain, quindi Parker annuncia Stick to Me e parte il classico intro fiatistico della canzone, altro incandescente rythm'n'blues dalla carica formidabile e dallo strepitoso riff dei fiati, I'm Gonna Tear Your Playhouse Down è un altro dilatato ed intenso errebi dalle sonorità rarefatte, che sfocia nel reggae anfetaminico e tiratissimo di Don't Ask Me Questions, a lungo cavallo di battaglia nelle infuocate esibizioni live di Graham Parker & The Rumour.
È lo stesso Parker ad imbracciare l'elettrica per introdurre Not if it Pleases Me, altro rock'n'roll in odore di r'n'b, con fiati e chitarre all'unisono. Ma è con la tiratissima The New York Shuttle che va in scena il r'n'r più trascinante. La temperatura è sempre più alta e la successiva Soul Shoes, che chiude il concerto, è suonata in una delle versioni più cariche e vibranti mai ascoltate, con Brinsley Schwarz a suonare una slide lancinante e pregna dei sapori del Sud. Il bis è poi Hold Back the Night, altro bel r'n'b, a suggellare un concerto davvero memorabile.
Il secondo concerto, siamo ormai a fine 1980, si svolge in un grande palasport gremito di pubblico all'inverosimile, con tanto di bandiere e striscioni (anche i Police erano però nella scaletta della serata). I Rumour non hanno più la sezione fiati, purtroppo abbandonata per sempre alla fine dei 70's e Graham Parker ha appena pubblicato il suo primo disco americano, quel The Up Escalator che vedeva anche la collaborazione di Danny Federici (E Street Band, naturalmente) e dello stesso Springsteen in un brano a duettare con Parker. Inoltre nei Rumour è entrato il grandissimo pianista Nicky Hopkins ed il suo piano caratterizza le atmosfere di quel disco e di buona parte del concerto, che è impostato sui pezzi più recenti con ripescaggi vari, anche dal precedente Squeezing out Sparks del 1979, considerato il capolavoro rock di Parker.
L'apertura è con Stupefaction e No Holding Back, canzoni tipiche del nuovo corso intrapreso dal nostro. Senza più i fiati è scomparso il r'n'b a favore di un suono più rock e sprigsteeniano, sempre molto melodico, ma con qualche concessione pop. Jolie Jolie e Love Without Greed, che sfodera la fantasia degli inizi, sono altri due pezzi da The Up Escalator, ma con Discovering Japan Parker cala il primo pezzo da novanta. Uno dei brani più belli di Squeezing è subito bissato dalla notevole Passion is no Ordinary Word, con un grande assolo di Schwarz, contrappuntato dal piano di Hopkins. Howlin' Wind è ripescata dall'omonimo disco ed è sempre un pezzo memorabile, col suo ritmo reggae e la grande melodia, così come la lirica Thunder and Rain.
Maneuvers ha un ritmo trascinante che esalta il pubblico e scalda l'atmosfera prima della vibrante Don't Get Excited, reggae rock in cui il dinamico cantante scende tra il pubblico, prima che Schwarz si scateni in un anfetaminico assolo. The Beating of Another Heart è caratterizzata da un bel crescendo ritmico/melodico, mentre Empty Lives è una delle più riuscite canzoni di Up Escalator, con un ritmo serrato e le due chitarre che si intrecciano con il piano. Devil's Sidewalk è un'altra ballata di spessore ed Endless Night è il pezzo che in studio aveva goduto del contributo di Springsteen. Con (Can't Get No) Protection e Nobody Hurts You i ritmi restano serrati, con tempi reggae e rock, mentre non può mancare, in chiusura, una scatenata versione, acclamatissima dal pubblico festante, di Hey Lord, Don't Ask Me Questions. I bis, richiesti a gran voce, sono il boogie Triple Face Boogie, condotto dal piano di Nicky Hopkins, ed una caldissima Soul Shoes.