GRAHAM PARKER (Blue Highway)
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  Recensione del  31/03/2004
    

Il nuovo album live di Graham Parker, l'ennesimo per l'artista inglese, fotografa l'esibizione del 4 luglio 1988 al Grant Park di Chicago. Le registrazioni non sono una primizia assoluta poiché era già stato pubblicato un bootleg contenente la medesima performance, con Parker accompagnato sul palco dall'immancabile Brinsley Schwarz alla chitarra elettrica insieme a James Hallewell, tastiere, Andrew Bodnar, basso, e Andy Maxwell, batteria.
L'ossatura dello show è costituita dai brani tratti da "The Mona Lisa's sister", uno dei dischi a tutt'oggi più riusciti dell'"English loser", che era da poco disponibile sul mercato, e ci presenta una band affiatata, precisa e sciolta come nelle sue migliori prove. Il tiro rock iniziale di Don't let it break you down, Thunder and rain e Local girls, più ritmata dell'originale, non lasciano, fin dal principio, dubbi sull'intensità e sulla forma vocale di Graham, ben coadiuvato dalla brillante chitarra di Schwarz e dall'organo, che si insinua in ogni dove nelle pause vocali.
Si prosegue con la coinvolgente Passion is no ordinary word, da "Squeezing out sparks", con pregevole interpretazione di Parker, e la quasi reggae Durban poison, brano ottimo e nel contempo divertente. La qualità dell'incisione merita un cenno particolare poiché, pur non essendo pulita come nei moderni live, ha contribuito a creare un sound molto reale, dinamico e caldo, come non sempre capita di sentire oggigiorno. Howlin' wind, vitale grazie a un arrangiamento avvolgente, precede l'inedita Sinkin' low, semplice ma già sentita, che ha però il merito di ricordarci perché il Nostro si sia guadagnato (anche) l'appellativo di Mr. Soul.
Blue highway, ballata elettroacustica di stampo americano infarcita di elementi parkeriani, e il ritmo scoppiettante di Under the mask of happiness, che sprigiona ancora echi di pub rock, sono altri momenti riusciti del concerto. Get started - Start a fire, college radio hit ancora tratto dall'album contemporaneo all'esibizione, conclude ottimamente il lavoro tra svisate di Hammond e assolo di chitarra. Non si può comunque nascondere il fatto che questo processo di legalizzazione del bootleg consista di soli cinquanta minuti di musica, per un artista già prolifico nelle pubblicazioni live.