GRAHAM PARKER (Deepcut to Nowhere)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  31/01/2004
    

Di Graham Parker sapete già tutto. Mr. Parker è uno di quei personaggi che, per un motivo o per un altro, è stato protagonista (più o meno in primo piano) degli ultimi 25 anni di storia del rock sia nella natia terra d'albione che nel paese dello Zio Sam. Ripetermi mi verrebbe molto facile. Raccontarvi le sue gesta con i fidi Rumour o le sue amicizie importanti o, ancora, discutere di tutto il fenomeno del Pub-Rock e della Stiff Records riempirebbe la mia recensione, ripeterebbe ciò che già sapete e non vi direbbe quello che più mi preme comunicarvi.
Questo disco, signori e signore, è la rinascita del Graham Parker più sarcastico e arrabbiato. Di quel Graham Parker che abbiamo amato dai tempi di Howlin Wind sino all'ottimo Mona Lisa's Sister datato ormai 1988. Per sua stessa ammissione, negli ultimi quindici anni Mr. Parker avrebbe voluto affrancarsi dalle etichette affibbiategli e da quelli che erano i cliché artistici che la stampa ed il pubblico si aspettavano dalle sue opere. Di conseguenza, il Nostro, continuava a sfornare dischi che pur presentando belle composizioni lo vedevano in una veste diversa da quella del pubrocker di razza che è e che non può fare a meno di essere. In tutta la sua forza e sarcasmo e accompagnato dai solidi Figgs (già presenti su un disco live del Nostro di qualche anno fa) ecco a voi il ritorno dell'...angry young man. Rifanno capolino, tra le canzoni presenti, titoli (quasi manifesti programmatici della corrosiva critica sociale parkeriana) che partendo da Dark Days, canzone AntiGlobal, ci conducono sino a Socks and Sandals, Syphilis and religion, It takes a village idiot e Last stop to nowhere.
Grandi canzoni signori. Grandi interpretazioni e musica che vale le sudate lirette spese per accaparrarsi i dischetti di cui avidamente leggiamo le recensioni. In questo stesso numero dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, comparire anche la recensione del nuovo disco di Huey Lewis che vi consiglio caldamente come partyrecord. Bene, se avete un po' di tempo da dedicare all'ascolto di un buon disco (i testi in inglese sono presenti nel booklet) questo è il disco che fa per voi.
Quando Mr. Parker canta del colonialismo e dice "… portatemi le vostre noci di cocco, il vostro dolce mango ed anche la vostra papaia e noi vi daremo due cose importantissime di cui potreste benissimo far a meno: la sifilide e la religione…" il rock torna a coniugare quell'attenzione al sociale e la giusta dose di conforto fisico che gli è richiesto. Tre stelle e mezzo e, come direbbe il buon Graham: "I sandali con i calzini non fanno rock'n' roll".