È un momento magico per i
Son Volt di
Jay Farrar, la Rhino sta per pubblicare una retrospettiva della loro prima avventura, il mese prossimo uscirà l'atteso debutto della nuova formazione, il tutto mentre la New West sforna oggi una loro esibizione registrata sul palco dell'Austin City Limits, nell'ambito della fortunata serie televisiva che ha già coinvolto diversi personaggi nostri beniamini. Siamo verso la fine dell'anno 1996, all'epoca il gruppo aveva alle spalle un cd,
Trace apparso l'anno precedente mentre un secondo,
Straightaways, era in attesa di pubblicazione.
Potremmo dire che siamo quasi nel momento migliore della sua prima avventura, in quanto il secondo disco avrebbe rappresentato il meglio della loro produzione, potendo essere ritenuto superiore al primo, se non per la qualità dei brani proposti di certo per l'amalgama strutturale, per la coesione raggiunta internamente alla band.
Siamo perciò di fronte ad una proposta interessante, non marginale per la loro storia, ma centrale, che merita tutta la nostra attenzione perché ci da la possibilità di valutare pienamente dal vivo il valore e la dimensione di uno dei gruppi più efficaci e costruttivi del fronte del country cosiddetto alternativo. Dopo lo scioglimento degli Uncle Tupeio le strade di Jay e Jeff Tweedy si sono allontanate di parecchio, Farrar ha proseguito il suo cammino sul fronte roots, chi avrebbe poi fondato i Wilco ha cercato di aprirsi nuovi orizzonti. Jay non è riuscito a trovare la giusta dimensione per il suo progetto, tant'è che poi lo ha abbandonato, per tentare senza fortuna la strada solista e ritornare sui suoi passi, mentre Jeff invece con la sua nuova creatura avrebbe persino sfondato nelle charts.
Il sottoscritto è stato più dalla parte di Jay che non da quella di Jeff, con ogni probabilità per il tipo di musica offerto, ma nutre una grande considerazione per la musica dei Wilco anche perché ha potuto ascoltarli dal vivo in quel di Chiari lo scorso anno con piena soddisfazione. Tutto questo per dire che chi scrive non può che apprezzare alquanto il dvd in questione perché lo ritiene pieno di belle canzoni e perché esalta una voce solista che sarà forse anche un po' noiosa ma che è certamente unica e irripetibile; inoltre schiera sulla scena un bel gruppo - sono con
Jay Dave Boquist alle chitarre, al banjo e al violino,
Jim Boquist al basso e l'altro ex Uncle Tupelo
Mike Heidon alla batteria non soltanto composto e serio, ma anche convinto e sicuro.
È vero bisognerebbe riconoscere che non è un gruppo vero e proprio, è il gruppo di Jay, che è leader assoluto, canta tutti i brani che ha composto, lo aiuta il bassista di tanto in tanto come seconda voce e niente di più, ma tant'è. Meglio i brani più soft che non quelli più filo punk ma in questo caso è una questione di gusti. Il concerto, che raccoglie sedici pezzi, è praticamente strutturato in tre parti, partenza elettrica a tutto spiano, poi lungo break con utilizzo di strumenti acustici, indi ritorno finale elettrico. Con una sola eccezione sono rappresentati tutti i pezzi di
Trace, quattro sono i brani del secondo album, due le opzioni Uncle Tupelo.
Apre
Route, seguita da
Loose String che mostra un buon assolo chitarristico di Dave,
Cemetery Saviour, uno dei motivi più interessanti del secondo album dove fa la sua brava apparizione l'ospite Eric Heywood alla pedal steel guitar,
Catching On, che suscita forse miglior impressione on stage che in studio,
Live Free, uno dei loro brani più energici.
Jay imbraccia poi la chitarra acustica, Dave il banjo e Mike cambia il basso e via ad una serie di country songs di grande peso ed efficacia,
Tear Strained Eye, ottima ballad contraddistinta da diversi spunti strumentali banjo/pedal steel,
True to Life, ripreso dal repertorio Uncle Tupelo (
Still Feel Gone),
Left A Slide,
Windfall, il testo più conosciuto dal pubblico presente con Dave che passa al violino,
Out Of The Picture, Back Into Your World triste ballad nella quale Dave suona una piacevole chitarra a dodici corde,
Ten Second News, con assoli blusey della slide di Dave.
Indi si chiude con
Picking Up The Signals, l'acceso brano dal bel riff chitarristico di Jay, chiuso da un notevole finale senza parole,
Drown, rock che rasenta il punk,
Too Early, delicato ritorno acustico country con violino e steel guitar e
Chickamauga, l'omaggio ad
Anodyne, in edizione più tosta ed energica che mai.