EXPLOSIONS IN THE SKY (Friday Night Lights O.S.T.)
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  Recensione del  30/07/2005
    

Friday night lights, la colonna sonora di un bellissimo film diretto da Peter Berg ed interpretato da Billy Bob Thornton, anticipa l'uscita della pellicola nelle sale italiane e merita di essere presa in considerazione, vista la presenza degli Explosions in the sky, formazione texana presentata su queste pagine solo pochi numeri fa, che compone gran parte dello score. Forse a causa dell'attitudine esclusivamente strumentale degli Explosions in the sky, la musica di Friday night lights sembra infrangere la simbiosi con le immagini del film, per riproporre le affascinanti atmosfere, che caratterizzano i due lavori di studio della band, in particolare dell'ultimo ed ottimo The earth is not a cold dead place.
Quella degli Explosions in the sky è una musica che suggerisce autonomamente emozioni e suggestioni, evocate da sonorità dilatate, avvolgenti e cinematografiche appunto, che si dipanano in maniera fluida tra pieni strumentali e flebili sfumature ambient. Due chitarre, basso e batteria lavorano per sottrazione, cesellando ogni nota, modulando rallentati crescendo, dipingendo affascinanti acquerelli melodici avvolti da un suggestivo alone malinconico. Comunque la si voglia definire, postrock, neopsichedelia o avanguardia, attraverso l'evanescente musicalità degli Explosions in the sky si respirano paesaggi lunari, visioni cosmiche e derive desertiche.
Friday night lights contiene la rielaborazione di alcune composizioni tratte dagli album di studio, ma soprattutto presenta materiale inedito, composto appositamente per il film e prodotto da Brian Retzell, che ha lavorato anche alle colonne sonore di Il Giardino delle vergini suicide e Lost in Translation di Sophia Coppola. La musicalità leggera ed onirica degli Explosions in the sky ha i contorni fluidi e lirici dell'improvvisazione nella splendida Your hand in mine, arricchita in questa inedita versione da scenografiche partiture d'archi, arrangiate da David Campbell, padre della superstar del pop Beck; nella minimale Our last days as children, nella sinistra Lonely train, nella nebulosa malinconia di To West Texas, o nella liquida ed ipnotica An ugly fact of life.
Accanto alle emozionanti suggestioni musicali della band texana, troviamo inoltre un inedito strumentale di Daniel Lanois, composizione in linea con l'umore laconico della colonna sonora, in cui la chitarra elettrica e il violino seguono tuttavia un percorso più tradizionale e narrativo; Do you ever feel cursed, uno scenografico strumentale di David Torn, e la evocativa ballata Seagul dei Bad Company, unico brano cantato della raccolta.