Sembrava essere scritto nel destino che prima o poi i
Lucero si dovessero incontrare con la leggenda
Jim Dickinson, produttore del loro nuovo
Nobody's Darlings. Fin dall'omonimo lavoro del 2000 questa band di Memphis aveva incrociato il proprio cammino con la famiglia Dickinson: prima i figli Luther e Cody, ovvero i North Mississippi All Stars quasi al completo, ospiti in studio e in seguito produttori del secondo disco
Tennessee, oggi il padre e nume tutelare di certo rock'n'roll sotto la linea Mason-Dixon. Se il buon vecchio Jim ha avuto nelle sue grazie, durante il corso di una carriera infinita, gente come Big Star o Replacements, questi ultimi punti di riferimento imprescindibili per lo stesso suono dei
Lucero, era ovvio che passasse a dirigere la formazione di
Ben Nichols, spirito punk imprigionato nelle sembianze di un songwriter dall'animo country e provinciale.
Quello che sorprende è tuttavia l'esito di questo incontro: un disco crudo ed essenziale, che riporta a galla i debiti con gli Uncle Tupelo e le componenti strettamente rock'n'roll dei Lucero, i quali sembrano dare forma a canzoni feroci, quelle che ti aspetteresti da una band al debutto. Si è attratti in questo vortice a cominciare da
Watch it Bum, finendo trascinati dall'abbandono rock di
Bikeriders e
Sixteen, fino a toccare l'apoteosi nella livida
Noon As Dark As Midnight, un tour de force di chitarre lancinanti. Paradossalmente i
Lucero danno l'impressione di affrontare un percorso all'inverso: dopo avere raggiunto la pienezza alternative country di
Tennessee, il loro sforzo più ambizioso e complesso, i Lucero hanno iniziato un'opera di scarnificazione del suono già con il precedente
That Much Further West.
Oggi sono rimaste solo le chitarre scorticate e la voce strappata e malinconica di Nichols. In formazione, oltre al basso di
John Stubblefiled e alla batteria di
Roy Berry è tornata in pianta stabile la chitarra solista di
Brian Venable, il partner ideale per le ombre e i sospiri del songwriting di Nichols. Composto on the road, nel corso degli ultimi tour,
Nobody's Darling è diretto come un pugno allo stomaco, non possiede forse le sfumature dei suoi predecessori, ma gira ancora intorno ad un roots rock dall'alto tasso emozionale, un nuovo modo di leggere il rock sudista, sulla scia di gruppi come i Drive by Truckers. Nei
Lucero la componente punk resta però dominante, così come appare evidente nei ritmi convulsi e nel galoppare esagitato di
Anjalee e
California, o nelle stilettate elettriche di
Last Night in Town.
Per controbilanciare la rabbia e le frustrazioni, anche nei testi, mai così svelati, Jim Dickinson non oppone pressoché nulla, lasciando affiorare gli influssi dell'ambiente, il granaio Zebra Ranch adibito a studio di registrazione. I toni si abbassano di rado, giusto in occasione della stessa
Nobody's Darling o di
Hold Me Close, luci soffuse e struggimento sull'orizzonte di una small town di provincia. Le chitarre acustiche e la forma ballata appaiono nel finale con una classica
All The Same To Me, ma soprattutto con la commovente
The War, liriche ispirate da una storia sulla seconda guerra mondiale, quanto mai di straordinaria attualità.
Nobody's Darlings fa della sua imperfezione e della sua mancanza di mediazioni un punto di forza.