OUTFORMATION (Tennessee Before Daylight)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  30/07/2005
    

Originari di Atlanta, gli Outformation sono all'esordio. E devono ringraziare Jo Jo Herman che ha prodotto il disco e che suona in veste di ospite. Sam Holt, Grady Upchurch e Lee Schwartz sono gli Outformation, una formazione di Americana, quindi roots rock, con la propensione alla jam ed un suono abbastanza southern. Tennessee Before Daylight è ben costruito e contiene canzoni piacevoli, strutturate in modo semplice, anche se non sono foriere di novità: le linee armoniche del southern rock si affacciano di continuo, iniziando da Game On e proseguendo nel resto dell'album sino alla finale Long Lonely Road, una jam southern rock, che da la misura della solidità della band.
La band, che si è fatta le ossa suonando in lungo ed in largo nel Sud, ha aperto per Jerry Joseph, North Miss All Stars, Stockholm Syndrome, Jo Jo Herman, Johnny Neel, Aquarium Rescue Unit e, ovviamente, Widespread Panic. I padrini del nuovo movimento southern. In realtà Sam Holt fa il roadie per i Panic, ed è stato un allievo ma anche un amico di Michael Houser, il chitarrista scomparso nel 2002 in seguito ad una grave forma tumorale. Holt ha il senso della musica, scrive canzoni solide e la sua band suona come un provetto gruppo southern, mischiando armonie vocali country rock con una robusta base chitarre-basso e batteria.
C'è anche una canzone inedita di Houser, Can't Change the Past, che Holt esegue con grinta. Ma è un po’ tutto il disco che si mantiene ad un livello sopra la media, sfoderando una decisa propensione a mischiare rock e radici. Se Game On presenta subito le qualità di Holt come lead guitarist e jamma verso la fine, Tennesse Before Daylight è invece una solida ballatona country in cui Jo Jo Herman giganteggia al piano, mentre la pedal steel di Dave Cone ricama sul fondo. Stone in My Shoe, rockin' country, fa da apripista per la tonica 90, un country rock d'altri tempi, con un beat veloce e pulite armonie vocali. Dopo qualche canzone di routine, Hey, 'Bout My Money e Center Stage, Long Lonely Road, la canzone che chiude il disco, ridà respiro e ci consegna una jam di quasi otto minuti in cui le chitarre lasciano il segno.