BOB EGAN (Bob Egan)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Se vi state chiedendo dove avete già sentito il nome di Bob Egan, andate a riascoltare Being there dei Wilco o Mermaid avenue, il tributo a Woody Guthrie inciso lo scorso anno da Billy Bragg in collaborazione con il gruppo di Jeff Tweedy, perché molti degli interventi di pedal steel, lap steel e National guitar sono opera di questo misconosciuto musicista. Attivo già negli anni ottanta, Egan ha inciso con Souled American, Tragically Hip e Freakwater ed è andato in tour con Ron Sexsmith e Los Lobos, per approdare in tempi più recenti alle collaborazioni sopracitate.
La chitarra è il suo mestiere, dato che ha affiancato l'attività artistica con quella di rivenditore e riparatore di chitarre, e Bob è un esperto dello strumento, un session man apprezzato e considerato. Fino ad oggi non si era mai esposto, aveva lavorato seriamente dietro le quinte offrendo il proprio contributo a musicisti di tutto rispetto.
Personaggio errabondo, Egan si è attualmente stabilito a Oxford nel Massachussets ed ha deciso di mettere a frutto le esperienze accumulate come musicista e come ascoltatore, pubblicando in età matura il suo esordio da solista, il CD idealmente diviso in due facciate come un vecchio vinile, mette in luce non solo la straordinaria tecnica di Bob, ma anche la capacità di comporre ed interpretare canzoni in maniera più che dignitosa.
Il primo brano Forgiveness è una classica ballata dai toni puramente country con steel guitar, violino e mandolino; il suono è limpido, il clima solare e disteso, la melodia avvolgente, ma già la successiva You could barely hold your life together introduce l'atmosfera che aleggia nel resto dell'album. Come molte band di alternative country; Egan mescola antico e moderno, il country con i Beatles, accosta la ballata al brano rock dal riff incisivo. In questi termini la melodia di I could be wrong, imperniata sul violino e sulle chitarre e l'acustica Someday solo voce e chitarra sono affiancate alla grintosa Take me back again, un brano che contamina l'armonia del country con un basso pulsante, mentre la voce assume toni ruvidi e le note del banjo accompagnano le chitarre.
Fall down the sky ha un vigoroso giro di chitarra alla Stones, elettrico e bluesato, mentre la conclusiva Satellite è una ballata pianistica, morbida ed intimista. Egan si fa accompagnare da un solido collettivo tra cui spicca il nome di Jay Bennett, tastierista dei Wilco, ed il lavoro convince e si lascia piacevolmente gustare.