Quinto disco da solista per
Aimee Mann. Dopo essere stata a capo del gruppo post rock dei
Till Tuesday negli anni ottanta (tre dischi), Aimee ha debuttato come solista nel 1993 con
Whatever a cui ha fatto seguito, due anni dopo,
I'm With Stupid.
Due buoni dischi, ma nulla di più, che comunque hanno fatto girare il suo nome. Ma la vera spinta la ha avuta quando ha registrato la colonna sonora del film
Magnolia. Quel disco la ha fatta uscire definitivamente dall'anonimato ed Aimee, dal 2000 in poi, ha inciso tre dischi che le hanno dato una giusta fama. Soprattutto
Bacherlor n° 2 (fine 2000), un grande album, quindi il positivo
Lost in Space (2002) e, di recente, il disco dal vivo (pubblicato in versione CD/DVD),
Live at St. Ann's Wharehouse (2004).
Forgotten Arm è un concept album che narra la storia di John & Caroline. Racconta come si sono incontrati e quindi innamorati ed il loro viaggio attraverso l'America. Una storia che Aimee traccia con dodici canzoni che hanno un suono ed uno stile che si focalizza maggiormente verso il rock degli anni settanta.
Infatti la cantante dice di essersi ispirata per i suoni ai dischi di
The Band, ma anche a Tumbleweed Connection di Elton John e ad Every Picture Tells The Story di Rod Stewart. Con l'aiuto di solidi turnisti di studio (Jeff Trott, chitarrista di Sheryl Crow, Julian Coryell, Jebin Bruni, Paul Bryan, Victor Indrizzo e Jay Bellarose) e l'attenta produzione di
Joe Henry, la brava cantautrice ha costruito un disco godibile e molto equilibrato. Il suo disco più rock e meno cantautorale, che si basa su una serie di canzoni dal timbro elettrico, suonate a pieni giri e dotate di buone melodie di fondo.
Dall'iniziale
Dear John, segnata da una bella chitarra e che si sviluppa su una base melodica molto anni settanta, alla rarefatta
King of the Jailhouse, si capisce che questo è il disco di una band più che quello di una cantautrice. Infatti Aimee si è unita anima e corpo ai suoi musicisti e, grazie anche a Joe Henry che ha sintetizzato in pochi giorni di registrazione le idee e gli input della protagonista, il risultato è certamente al di sopra delle aspettative.
Poi ci sono canzoni di buon valore, che crescono ascolto dopo ascolto, come
Going Through The Motions, che ha un suono molto simile a quello dei Pretenders (con la voce della Mann che doppia quasi Chrissie Hynde), o la tenue
I Can't Get My Head Around It, una canzone tutta da scoprire.
She Really Wants You, con chitarre ed organo in evidenza, sembra uscita da una session dei Faces, almeno per quello che riguarda il suono, mentre
Video si basa essenzialmente sul piano, strumento su cui la Mann ha costruito le canzoni di questo disco.
Little Bombs è certamente la più bella dell'album: ritmo leggero, voce ben calibrata, melodia limpida e canzone che cresce nota dopo nota, con un ritornello perfetto che unisce arte e mestiere.
Pur ammirando il suo lavoro penso che Aimee non ha mai scritto una canzone di questo spessore e buona parte del risultato si deve alla band che la circonda ed alla produzione pulita e senza arzigogoli (del tipo buona la prima) di Joe Henry. Ancora il piano protagonista nella lenta
That's How I Knew This Story Would Break My Heart. Mentre
I Can't Help You Anymore, Beautiful e la bella
Clean Up For Christmas chiudono un album decisamente riuscito.