KENNY MEEKS (Tell my Angel)
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  Recensione del  31/01/2004
    

Kenny Meeks è ai suoi esordi, ma sentiremo ancora parlare di lui. Coniugando esperienze ed influenze musicali che derivano dalla sua permanenza tra Nashville ed il Missouri, Meeks ha sviluppato uno stile personale che mischia le radici del suono del delta del Mississippi con elementi country, rock, folk e rhythm 'n' blues. Non è un novellino Meeks, ha già una bella carriera alle spalle sia come sideman di studio che come road musician, ed ha suonato a lungo sia nella band di Buddy & Julie Miller, che coi texani Sixpence None The Richer.
Dopo avere suonato con musicisti meno conosciuti come Jan Krist e Mary Covert nell'area di Detroit, si è spostato a Nashville dove ha girato assieme a Kim Hill e Michael Card. Ha formato un trio rock blues, The Little Kings, poi, nel '96 è diventato bassista per Buddy e Julie Miller, quindi ha girato anche coi texani Sixpence come chitarrista nel '97. E di recente ha suonato, assieme a Buddy, nel bel disco d'esordio di Chris Knight.
Dopo avere sommato queste esperienze ha deciso di esordire con un album a suo nome. Le radici di Kenny Meeks sono varie: tra i musicisti che lo hanno influenzato inizialmente cita Bob Dylan, Rolling Stones, Buddy Guy e Robert Johnson, mentre le sue influenze attuali variano da Van Morrison a Rev. Gary Davis, da Junior Wells a Ray Charles a Taj Mahal. Tell My Angel è un album ben strutturato che mischia rock ed alternative country, ballate urbane e brani dal tessuto più country folk: un disco, a monte di tutto, che si ascolta tutto d'un fiato. Sono coinvolti musicisti come Julie Miller, Dale Baker, Chris Donohue, Jim Foster, Wade Jaynes, Phil Madeira, Leigh Nash.
Cantautore moderno, dal suono elettrico però mai invadente, Meeks è dotato di una buona voce che sa toccare i tasti giusti con le sue composizioni. La sua musica non è country ma neppure troppo rock, è decisamente piacevole: ballate con influenze ad ampio raggio che hanno punti di riferimento nel modo di scrivere di Chris Knight e Steve Earle: d'altronde il nostro combina diversi generi ed ascolti ed arriva a forgiare un suono diretto e senza fronzoli. I testi parlano delle tribolazioni della vita, di soddisfazioni, amori e delusioni. Page Out of History è un rock 'n' country dal tessuto urbano, dotato di una melodia intensa, con un suono molto ben costruito e l'uso della voce accattivante.
La ballata, che evidenzia armonica e chitarre elettriche, ha un passo secco e convincente. To The Bone è più normale, ha un suono già sentito, ma contiene elementi classici del songwriting d'oltreoceano, senza sdolcinature di sorta. Who Am I? ha una struttura affascinante, lenta ed introspettiva, resa preziosa dall'armonica e cantata con voce espressiva, a cui da un contributo non indifferente alla seconda voce Julie Miller. You Have Found a Place in My Heart mostra come si può scrivere e cantare una canzone già sentita e creare qualche cosa di piacevole, di non usuale, di personale: non è un contrasto, ma basta ascoltare la canzone per rendersene conto.
Tempo classico, melodia pure, esecuzione da manuale: il risultato è una canzone, di matrice rock 'n' country, che si ascolta e si riascolta di continuo. Steve Earle è un maestro in tale senso. Tell My Angel, quella che da il titolo al disco, si discosta di parecchio dal resto del lavoro: ci sono influenze psichedeliche ed echi anni sessanta, ed un modo di cantare completamente differente. I'll Take to The Blame ha ritmo, una spruzzata di country, ed un buon feeling di fondo: Julie Miller fa la sua seconda comparsata, ed il brano ne trae indubbio vantaggio. All My Days è un composizione malinconica, densa di nostalgia. Meeks canta con particolare intensità ed il brano, lento nel suo incedere, risulta particolarmente affascinante.