ELI YOUNG BAND (Level)
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  Recensione del  25/06/2005
    

Lo so cosa pensate. Joe Ely e Neil Young. No vi sbagliate anche se, quando ho letto il nome, la prima cosa che mi sono detto è stata "come mai hanno scritto Ely senza la y?". Sto scherzando. Mike Eli e James Young sono i leaders di un quartetto texano piuttosto giovane, ma già al secondo disco. Un quartetto rock, non roots, né country, né Americana. Classico e sano guitar rock. Ed i ragazzi sono già un culto nell'ambito del college rock e suonano a manetta anche fuori dal Texas.
Sono freschi e piacevoli, compogono musica diretta, hanno voci ben impostate e le chitarre la fanno da padrone. Mike Eli, voce solista e chitarra, James Young, chitarra solista e seconda voce, Jon Jones, basso e Chris Thompson, batteria. Un pizzico di country c'è qui e là, ma solo perché i ragazzi sono texani, ma proprio un pizzico. Il resto è solido guitar rock che viene esaltato da brani come Small Town Kid (un titolo alla John Mellencamp), So Close Now, Level, That's The Way.
Il primo disco risale a due anni fa e si intitola semplicemente Eli Young Band: stesso suono, ma più embrionale. La band esiste da almeno cinque anni ed arriva da Houston. E se abbiamo la possibilità di ascoltarli lo dobbiamo a Frank Liddell, boss della Carnival, lo stesso che ci ha fatto scoprire Mando Saenz. Se vogliamo trovare un paragone che calza potremmo avvicinare EYB ai Jayhawks primo periodo. La scrittura della band, che firma coralmente le canzoni, ha una freschezza invidiabile e si possono fare paragoni altisonanti ma poco contano se la musica poi non ha un valore.
Ma in questo caso la band sa dosare emozioni e qualità ed ha trovato una particolare alchimia per mischiare voci e chitarre senza farsi etichettare. Infatti possiamo trovare delle affinità, vedi Jayhawks, ma servono più a dare una idea del suono perché poi la somiglianza si ferma al primo stadio. Musica sana, senza particolari almichie: voci, chitarre e via. Canzoni semplici che hanno un respiro proprio, che dosano sentimento e melodia, che parlano di gioventù, speranze, passioni, piccole città di provincia. I testi sono più maturi di quanto si possa pensare, il resto tocca alla musica. Canzoni come Small Town Kid che è già un inno nei college texani, oppure la tonica So Close Now, che ha un riff centrale che entra al primo colpo.
Oppure That's The Way, chitarre e chitarre, la decisa Level, ancora dominata dalle chitarre, Oklahoma Kid, che richiama il miglior Ryan Adams. Altre canzoni degne di nota Everything is You, Bottom Line, Bring it on Home. Per chiudere con Highways and Broken Hearts (autostrade e cuori spezzati), texana sino al midollo. D'altronde con un titolo così, da dove avrebbe potuto venire, se non dal Texas?